Napoli, camorra: si è spento il boss Ciro Lebre ‘o sceriffo

Lo scorso maggio era stato colto da ischemia cardiaca nel carcere di Nuoro in Sardegna, dove stava scontando una condanna per associazione a delinquere ed estorsione

La camorra storica di Napoli perde un altro pezzo da ’90 del sistema : si è spento ieri nella sua casa situata nel Cavone, zona tra piazza Dante e via Salvator Rosa, il boss Ciro Lepre. “O sceriffo” : questo lo pseudonimo con il quale era identificato il ras, soprannome nato dal modo di gestire il quartiere, criminalmente parlando, dello stesso. Un malavitoso di spessore, rapido nell’agire, pronto a punire con feroce precisione rivali e traditori. Lo scorso maggio era stato colto da ischemia cardiaca nel carcere di Nuoro in Sardegna, dove stava scontando una condanna per associazione a delinquere ed estorsione, e da quel momento non si era più ripreso.

Negli ultimi tempi aveva ottenuto a causa dell’ulteriore peggioramento delle condizioni di salute il regime degli arresti domiciliari. Ciro Lepre è famoso per essere scampato ad un agguato mortale messo a segno nell’ambito della guerra di camorra tra i Misso e i Torino del rione Sanità : un proiettile esploso dai killer passò da guancia a guancia il boss provocandogli incredibilmente solo lievi ferite. Un fatto che suscitò notevole scalpore negli ambienti di mala: secondo la ricostruzione dei fatti fornita recentemente da alcuni collaboratori di giustizia pare che a comandare la fallita esecuzione fossero stati i Terracciano, clan operante nei Quartieri Spagnoli.

Con Ciro Lepre se ne va un capo capace di creare un’ingente giro d’affari nella propria zona : si parlerebbe di business legati prevalentemente allo spaccio di stupefacenti nel cuore storico della città che avrebbero portato nelle casse del clan oltre un milione di euro all’anno. La tensione nei vicoli sale : secondo radio mala nuovi gruppi emergenti, formati da ragazzi poco più che adolescenti dal modus operandi oltremodo violento, potrebbero approfittare dell’assenza di capi storici della camorra e tentare la conquista criminale del centro storico di Napoli a suon di morti ammazzati. Aria di guerra dunque in una Napoli dove il malaffare si rigenera con incredibile rapidità.

Alfonso Maria Liguori

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Alfonso Maria Liguori
Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.