Il bullismo resta ad oggi pericolosamente presente nelle comunità vesuviane. In merito alla delicatissima questione sociale si è così espressa la dottoressa Ester di Rosa: “Con il termine bullismo – ha precisato la psicologa-psicoterapeuta di Rosa – viene indicato l’ insieme di comportamenti di sopruso e di prevaricazione nei confronti di bambini o adolescenti fisicamente o psicologicamente più deboli. Per “bullo” si intende un bambino o un adolescente che agisce volontariamente e in modo sistematico con atti offensivi nei confronti di un altro. Vengono riconosciute varie forme di bullismo:
bullismo diretto: riguarda attacchi fisici o verbali nei confronti della vittima;
bullismo indiretto: la vittima viene danneggiata nelle sue relazioni soprattutto con la diffusione di pettegolezzi o calunnie, si trova ad essere escluso e isolato;
cyberbullismo: le azioni di bullismo si sviluppano attraverso internet o cellulare (social network, blog, chat…) e le loro conseguenze si ripercuotono nella vita reale. Il caso di bullismo è la chiusura del ragazzo o dell’adolescente in se stesso, con cambiamento delle proprie abitudini (ad esempio rifiutando e cercando scuse per non andare a scuola o partecipare ad attività che prima erano di suo gradimento), episodi insoliti (ad esempio richiesta di denaro ai genitori, perdita frequente di oggetti, danneggiamento di oggetti, calo del rendimento scolastico, evidenti segni fisici di violenza) e comportamenti diversi dal solito (scoppi di rabbia, isolamento, insonnia, non parla più, non cerca più gli amici, non gli interessa più uscire di casa)”.
Professionista nota e stimata a Napoli e in provincia la dottoressa Ester di Rosa ha poi definito l’analisi che la vittima del bullismo compie in modo introspettivo e le strategie da adottare per contrastare l’odioso fenomeno molto diffuso tra i giovanissimi: “ La vittima di bullismo inizia ad avere un’opinione di sé come di una “persona sbagliata”, con conseguente perdita di autostima e ansia, con la possibilità di arrivare a stati di depressione anche molto gravi fino a decidere di suicidarsi o di rifiutare il cibo e quindi di immettersi nel tunnel dell’anoressia e/o della bulimia.La strategia migliore per combattere il bullismo è la prevenzione, alla base della quale c’è la promozione di un clima culturale, sociale ed emotivo in grado di stroncare sul nascere i comportamenti di prevaricazione e prepotenza. Fondamentale, inoltre, è sensibilizzare la vittima di bullismo a dover immediatamente allertare i professori e i genitori.
Senza vergogna .Le motivazioni che possono scaturire casi di bullismo sono molteplici come ad esempio: mancanza di regole, mancanza di sorveglianza, noia sociale, fascino di potere e di superiorità provati dal bullo e dal branco, fascino di dominio, appartenenza alla massa o al branco, piacere di far soffrire, invidia, antipatia verso determinate persone, intolleranza verso il diverso, sentirsi grandi, stili educativi familiari incongruenti, bambini viziati. Le suddette motivazioni rappresentano, verosimilmente, reazioni di difficoltà o di disagio vissute a sua volta nella propria vita quotidiana. Tali reazioni, però, possono essere affrontate attraverso percorsi adeguati come ad esempio il supporto e la consulenza di professionisti della materia quali gli psicologi”.
Alfonso Maria Liguori