Focus sul romanzo “Gli uni e gli altri” di Alberto Sant’Elia

Scopriamo la vena letteraria dello scrittore e maestro napoletano che ci racconta anche un po' di sé attraverso le sue storie e sui progetti futuri

Alberto Sant’Elia è il classico artista che spazia a tutto tondo, rappresentante di una cultura che si estrinseca e si declina in molteplici aspetti. Napoletano, classe 1957, è un riconosciuto maestro di danza che ha lavorato come ballerino e coreografo in vari progetti di respiro nazionale e internazionale. Attualmente dirige una scuola di danza a Gragnano dove risiede. Inoltre, si è nuovamente cimentato nella scrittura con l’ultimo romanzo “Gli uni e gli altri” che ha fatto seguito a “Dentro la mia vita”, che ha segnato il suo esordio letterario.

“Gli uni e gli altri” (editore Reginè) rappresenta il lavoro della maturità letteraria basato su una storia che ha una certa “magia”, ambientata in una città rutilante quale Napoli. Il protagonista, Vittorio, un cinquantenne ballerino, può essere interpretato come lo specchio dell’uomo di mezza età in preda a una “crisi esistenziale” dopo avere perso la certezza del proprio lavoro: la danza e l’attività che lui conduceva assieme alla sua compagnia di balletto. Sullo sfondo si intravede la crisi economica che affligge il nostro paese e di questo non sa darsi pace. Mille sono gli interrogativi che affliggono l’uomo nella “speranza di un futuro migliore”, che trova rifugio nell’evasione dalla sua attuale realtà attraverso un viaggio in macchina a Napoli per trovare un suo amico di vecchia data, Francesco. Da una cena a casa di questi si snoda la storia nelle 181 pagine fluide del romanzo.

Le classiche “sliding doors” si schiuderanno al protagonista con l’incontro inaspettato con altre due persone, Eddy e Susanna, la cui frequentazione estemporanea contribuirà a dare quel qualcosa in più alla vita di Vittorio, conferendo un senso inaspettato al soggiorno partenopeo. Infatti, il protagonista si troverà ex abrupto calato in una attività lavorativa prima a lui sconosciuta, con ritrovate energie mentali e fisiche. Il confronto con Eddy, gestore di un’antica libreria di Napoli, e con Susanna, donna con una personalità tutta da scoprire, danno al protagonista una nuova dimensione esistenziale, in cui ognuno è di supporto all’altro nel grande Barnum che è la nostra vita.

Il romanzo si snoda su ventidue capitoli con l’io narrante di Vittorio che ci conduce, a mo’ di una cronaca, nel suo breve soggiorno a Napoli, dove capitano più avvenimenti funzionali alla trama, i cui sviluppi lasciamo al lettore curioso, quasi come fosse una fiction dei nostri tempi. All’interno del plot narrativo non mancano scene di sesso, che non hanno niente di pruriginoso, ma che sembrano quasi assolvere ad una funzione catartica per i personaggi protagonisti per come queste sono calate nel cuore della trama.

I dialoghi sono ben costruiti, mentre sul palcoscenico si staglia rilevante l’affresco di Napoli con i suoi luoghi caratteristici e i personaggi che le fanno da contorno, in una città che palpita di vita e di odori caratteristici, soprattutto quelli culinari, come espressione di un desinare che travalica i confini del semplice nutrimento. Nel romanzo vengono trattate le tematiche dell’amicizia e dell’amore nelle loro caleidoscopiche sfaccettature, dove alla fine “gli uni hanno bisogno degli altri”.

I personaggi sono ben delineati e tutti nascondono un lato “oscuro” che alla fine si chiuderà su stesso in un finale che non sveliamo. Vittorio troverà tutte le sue risposte dopo il soggiorno napoletano? I suoi amici, Eddy e Susanna, avranno una vita nuova dopo l’incontro inaspettato con lui? Il senso del distacco dai problemi quotidiani sarà vissuto con più leggerezza? Questi gli interrogativi che saranno svelati man mano nella narrazione del libro, che rappresentano poi delle tematiche universali in cui i lettori potranno identificarsi e su cui riflettere.

Il messaggio che l’autore ci lascia è sicuramente improntato alla positività dopo un inizio di romanzo alquanto nostalgico e di disillusione verso la quotidianità. Inevitabile lo stampo velatamente autobiografico del romanzo vista la professione che accomuna Sant’Elia al protagonista Vittorio, sebbene nel suo primo libro “Dentro la mia vita” del 2012 tale caratteristica sia più marcata. Da un punto di vista letterario, la storia mi ha vagamente ricordato i primi romanzi di Andrea De Carlo, tipo “Due di due” e “Tecniche di seduzione”, soprattutto per gli aspetti intimistici della storia, che trovano poi rispondenza nell’arco del romanzo con il vissuto e il parlato dei protagonisti, che raccontano di sé e dei loro sogni e speranze. “Gli uni e gli altri” si configura come una storia autoconclusiva non disdegnando al contempo un eventuale seguito con i suoi personaggi così ben tratteggiati, dove abbiamo trovato un po’ di noi scandagliando con spassionata curiosità nei loro dialoghi e pensieri.

Alberto Sant’Elia ci rilascia alcune sue riflessioni sulla sua attività e progetti futuri: “La mia vita di danzatore, insegnante di balletto classico e moderno jazz, coreografo ha conquistato e preso tutto il mio tempo. Ho vissuto tra il teatro, la televisione e la mia scuola di danza, fondata 35 anni fa a Gragnano. Ho cominciato a scrivere per continuare, usando un mezzo diverso, a costruire storie. Ho esordito con ‘Dentro la mia vita’ che è la storia di un coreografo che narra la sua vita e nel costruire uno spettacolo da mettere in scena. Esso mette in condizione il lettore di capire in cosa consiste la professione del coreografo. Poi c’è stato ‘Gli uni e gli altri’, l’ultimo romanzo pubblicato”. L’autore poi ci rende partecipi anche di un altro genere letterario a cui si sta dedicando: la fiaba. “A gennaio è uscito ‘Il viaggio di Tippi’, una fiaba per giovani delle scuole elementari, attraverso cui ho la possibilità di incontrare gli alunni delle scuole primarie, i quali sono attenti alle problematiche sulla condivisione della vita e sull’isolamento della nostra società. Queste le tematiche principali della fiaba”. In piano c’è anche la pubblicazione di un terzo e quarto romanzo: “Il terzo è già completato, ma non ancora pubblicato. Posso dire, in generale, che mantiene quell’atmosfera intimista dei vari personaggi che affolleranno la storia e sarà ambientato in vari periodi storici del Novecento. Questa è un’anteprima per i lettori de ‘Il Gazzettino Vesuviano’ . Nel frattempo, ho anche iniziato il quarto”.

Domenico Ferraro

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