In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la vestizione di rosso del monumento simbolo della città è diventata un appuntamento fisso. Il colore simbolo della manifestazione è stao utilizzato per il quarto anno consecutivo per illuminare la caratteristica facciata della Cattedrale di Sant’Andrea Apostolo e lanciare così il segnale di adesione di Amalfi e dell’amministrazione guidata dal sindaco Daniele Milano all’evento nato per dire no alla violenza di genere. Per il 2019, l’iniziativa si è legata anche alla creazione di un motivo per la foto profilo di Facebook, che lancia il messaggio “No! Alla violenza sulle donne”, reperibile nella sezione “aggiungi un effetto” della foto profilo selezionando le parole chiave “Amalfi 25 novembre”.
L’assessore alla cultura Enza Cobalto, che ha promosso le iniziative, dichiara: “Abbattere il muro del silenzio è l’obiettivo chiave nel percorrere la strada per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il duomo illuminato di rosso, è un messaggio che attraverso centinaia di foto postate sui social, legate a riflessioni sulla violenza dei genere o il femminicidio, ha sempre raggiunto un elevato numero di persone. È un modo per fare sensibilizzazione sul tema, ma anche di dire a chi vive il problema che non è sola, che c’è una rete forte nella società civile che è sensibile ed è pronta ad aiutare, e che uscire dal silenzio è la soluzione”.
L’illuminazione in rosso ha adornato del suo messaggio contro la violenza le volte della facciata, il maestoso mosaico che la sovrasta e la scalea monumentale della Cattedrale di Sant’Andrea a partire dalle 17.00. Da quel momento e per tutta la notte il complesso è stato in rosso, per offrirsi allo sguardo dei visitatori e della cittadinanza, alla loro riflessione, ai loro scatti, per lasciare in maniera permanente il segno dell’adesione della città di Amalfi alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne voluta dalla risoluzione del 17 dicembre 1999 dell’Assemblea Generale dell’Onu.