San Giorgio si riscopre più incivile, almeno sulla carta. È il risultato dei dati inerenti alle rimozioni coatte dei veicoli nella seconda metà nel 2019. Da giugno, con l’individuazione della nuova autorimessa responsabile del servizio in sostituzione delle precedenti tre che operavano spartendosi territorio, i casi si sono oltre decuplicati. Fonti interne al comando di polizia municipale raccontano di una media settimanale di 80 vetture portate via dal carro attrezzi, contro le 7 – raggiunte a stento – del primo semestre dell’anno. Il paradosso è che l’inasprimento della lotta ai furbetti della sosta non starebbe portando risultati tangibili laddove ce ne sarebbe forse più bisogno: le centralissime arterie di via Matteotti, via Gianturco, via Recanati e corso Umberto risultano infatti ancora falcidiate da colonne di auto parcheggiate su entrambi i lati o, peggio ancora, davanti a scivoli per disabili o strisce pedonali. Il tutto compensato da un «accanimento» nelle vie più periferiche della città, come via Togliatti o via Beata Maria della Passione.
«Per fare cassa – racconta uno degli automobilisti sanzionati – i vigili hanno addirittura reintrodotto la motivazione di intralcio al traffico, in strade dove la circolazione è scarsissima». Sotto la lente d’ingrandimento di sindacati e cittadini, tuttavia, sono finite anche altre anomalie, come la somma di 80 euro da riconoscere al carro attrezzi per la rimozione a fronte dei 50 pattuiti mediamente nel capitolato. Importo misteriosamente ridimensionato a una «salomonica» quota 60 dopo il caso della Fiat Seicento rimossa il mese scorso e sparita per due settimane dal registro dei caschi bianchi. A tal proposito, qualche ufficiale da via Galdieri avrebbe anche chiesto delucidazioni direttamente al sindaco Zinno su una composizione dell’importo parsa a molti assai arbitraria. La spiegazione potrebbe celarsi dietro la pratica consolidata per l’autorimessa di via Di Giacomo di imporre la tariffa della prima notte, 8 euro, anche agli automobilisti che ritirano il veicolo il giorno stesso della rimozione.
I rappresentanti sindacali dei vigili avrebbero inoltre storto il naso di fronte all’organizzazione interna del comando che, da un paio di mesi a questa parte, vuole un’apposita pattuglia dedicata all’individuazione delle macchine «in fallo», operazione – pare – a cui sarebbero addirittura dedicati quasi sempre gli stessi agenti. «Così diventa una caccia alle streghe che può facilmente sfociare in personalismi – si sfoga un commerciante di via De Lauzieres -. Non di rado ho notato arrivare prima il carro attrezzi dei vigili, serve fare chiarezza su ciò che sta accadendo». L’assessorato alla Sicurezza, guidato da Ciro Sarno, si è riservato di effettuare le verifiche del caso sugli aspetti gestionali.