Purtroppo – o per fortuna – siamo alla ricerca di posti che ci riparino, luoghi in cui ci sentiamo a casa realmente (visto che anche le pareti della nostra casa ci ricordano costantemente le nostre mancanze). Luoghi di evasione e di incontro, luoghi in cui puoi essere per un attimo quello che sei. Proprio questo è il DELIRUM, il rumbar letterario di Pompei, un luogo in cui puoi licenziarti ogni sera dalle incombenze e dalle ansie per poi ricandidarti il giorno successivo.
Un luogo in cui la resilienza è delle piante e di vegetare, chi frequenta questo locale, non ne è proprio capace. Al DELIRUM trovi persone che alla perfezione pastello di instagram preferiscono ancora il suo back stage, quello che qualcuno si ostina a chiamare vita.
Il DELIRUM è un posto in cui non ti chiedono di rilasciare recensioni su tripadvisor, dove nessuno nota la tua messa in piega e se hai l’outfit giusto. Un luogo che crede nel valore dell’incontro dove ti accolgono con un sorriso e ti salutano con un “grazie”. Un posto in cui si cercano i valorosi e non i vincenti, in cui si riconoscono più le battaglie che i traguardi raggiunti.
Ed è così che Licia Petraccone, la giovane proprietaria, apre le porte del suo locale gratuitamente a chiunque abbia voglia di condividere un progetto, la presentazione di un libro, una mostra fotografica, una raccolta fondi o la semplice scelta di raccontare se stessi attraverso la propria arte.
Non c’è affisso nessun “Free wi-fi” perché di free c’è solo la creatività e la voglia di rimettere al centro le persone, con le loro storie e la loro originalità.
Purtroppo – ma potremmo dire per fortuna – c’è chi opta per scelte che, seppure non sono commerciali per i tempi che corrono, ridanno importanza alla condivisione e alla conoscenza.
Giusto, dunque, assegnare una medaglia a questo locale, una medaglia a cui il DELIRUM potrà certo attribuire il valore che vuole ma che quando si ha, conviene – purtroppo per fortuna – comunque baciarla e sollevarla in alto.