Dici credenza e pensi al mobile della nonna quello dove stavano piatti e bicchieri del servizio per le grandi occasioni, con cassetti dai contenuti misteriosi e ante chiuse a chiave che nascondevano ricchi tesori. Quelle antine che profumavano di buono erano la porta d’accesso a scatole di latta colme di biscotti golosi, caramelle e cioccolatini che ogni nipote attendeva con l’ansia di chi attende un premio meritato. A chiamarla credenza viene subito in mente quel mobile d’antan che tutti portiamo nel cuore. Eppure in ogni soggiorno e living moderno che si rispetti la credenza è diventata un oggetto di design dalle linee contemporanee. Perché anche quando cede alla seduzione del fascino vintage, lo fa con quel tocco ricercato che sottolinea subito la contaminazione con canoni estetici attuali.
Credenza, un mobile che ha fatto la storia
La credenza non può mancare, in cucina o nel soggiorno è il mobile che regala quell’atmosfera calda e accogliente che fa subito casa. Del resto fin dalla sua prima comparsa la credenza è sempre stata sinonimo di accoglienza e convivialità. Un tempo gli arredi erano ridotti all’essenziale, un tavolo, un cassone dalle mille funzioni e un letto. Quando nel Quattrocento cominciarono a delinearsi mobili dalle funzioni più specifiche, la credenza diventò il mobile della cucina destinato alle stoviglie e sul quale appoggiare le vivande da servire.
Da credenza a buffet: una questione di guerra
Ma per la credenza nella sua funzione di buffet bisogna aspettare l’arrivo in Francia di un monarca illuminato come Francesco I che diede un grande impulso al Rinascimento francese. Pierre Buffet, il suo cuoco personale che lo seguiva durante gli spostamenti in battaglia nella campagna d’Italia, pensò a un mobile apposito sul quale poter trasportare cibo, bottiglie e vasellame e servire il suo re ovunque si trovassero. Questa grande cassa una volta scoperta diventava una tavola imbandita, che venne ribattezzata Buffet come il nome del suo ideatore appunto, per i ricchi pasti del re tra una battaglia e l’altra.
La credenza fa il salto di qualità: dalle corti romagnole alla creatività danese
Il modello Buffet divenne uno stimolo per gli artigiani che non persero tempo e cominciarono a proporre varianti di credenza sempre più decorate e sofisticate. Nel Seicento la credenza ebbe una grande diffusione nelle dimore nobili dei ducati della Romagna del Seicento, proprio come mobile per i banchetti. E il semplice cassone di un tempo destinato alla cucina assunse la funzione conviviale della credenza stile buffet. Diventò infatti il mobile principale sul quale disporre tutti i piatti di portata preparati per i grandi banchetti. Con il tempo poi, la sua forma ha continuato ad affinarsi e ad arricchirsi di particolari, dando origine alla credenza con cassetti, ante e vetrine. E a diventare oggetto delle attenzioni di grandi designer a cominciare da Kaare Klint. La credenza e la sedia rossa sono da sempre considerati lavori iconici della sua carriera perché riuniscono in un solo oggetto tutti i principi e le idee che poi hanno costituito la base del modernismo danese.
Madia, consolle o porta tv, è sempre una credenza
Oggi la credenza è un mobile che entra anche nelle cucine modulari, per interrompere l’uniformità asettica con un tocco personale. È la madia adatta dove riporre porcellane o bicchieri ricercati, tovaglie e tessili per la cucina, argenteria oppure bottiglie di pregio. La credenza diventa anche la variante della semplice consolle per il living, un mobile dalle linee ricercate e di design sul quale sistemare una lampada da tavolo, una collezione di fotografie e un suppellettile ricercato. Volendo, la credenza moderna è anche una soluzione d’arredo elegante come mobile porta-tv. Al suo interno, nascosto dentro a contenitori dalle ante invisibili e cassetti minimali, trova posto tutto quanto deve essere a portata di mano, ma non sotto gli occhi di chiunque.