Ovviamente parliamo di Joe Amoruso, il tastierista, come si diceva una volta, di Pino Daniele. Era nato a Boscotrecase. Ma la famiglia, da anni, abita a Boscoreale. Aveva sessant’anni.
Avrebbe potuto dare ancora tanto alla musica. Invece se n’è andato dopo due anni di alti e bassi, di neri e di bianchi, come quei tasti che per quasi mezzo secolo ha “pestato” producendo un tappeto di note sul quale si incastrava perfettamente la musica degli altri: James Senese, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Rino Zurzolo. E la voce di Pino.
Uno sbalzo di pressione, allora, nel 2017 lo mise a terra. Ma si era ripreso. Stava piano piano ricominciando, anche se con tanta fatica. Chi scrive lo conobbe tanti anni fa, quando cominciava a farsi valere nel mondo delle note, tra i tanti altri dell’area vesuviana che sarebbero diventati poi famosi.
Gruppi che tra Boscotrecase, Boscoreale, Torre Annunziata si formavano e si scioglievano. Ma tutti di qualità. Si era giovani, ci si muoveva con le prime band: tastiere, basso, batteria… le prime Fender, le percussioni; gli strumenti si compravano a Napoli, da Miletti. E poi c’erano i solisti, qualcuno teneva il sax… Joe la musica la conosceva bene. Era un maestro. Ti pittava lo spartito.
Quando suonava era una sola cosa con i tasti, capace di tirare fuori note e svisate (perché non si fanno solo sulle chitarre) di un colore musicale unico. Aveva anche inciso un album da solista «Rosa del mare di mezzo». E poi aveva collaborato come autore, arrangiatore, produttore con il meglio della musica partenopea, italiana e internazionale: Roberto De Simone, Roberto Murolo, Consiglia Licciardi, Andrea Bocelli, la Premiata Forneria Marconi, Zucchero, Vasco Rossi, Billy Cobham, Bob Berg, Mike Stern, Don Cherry, Naná Vasconcelos, Richie Havens, Gato Barbieri, Alphonso Johnson, Mel Collins.
Joe “sona mo” con Pino. Sai che fortuna in Paradiso…