Da sempre la processione delle reliquie di San Gennaro ha rappresentato un momento di grande partecipazione e devozione. Una celebrazione molto sentita che spinge, ogni anno, migliaia di persone, sin dalla prime luci dell’alba, a raggiungere il cuore di Napoli per attendere pregando il miracolo del Santo Patrono: la liquefazione del sangue contenuto in un ampolla.
La processione che si svolge il primo sabato del mese di maggio o 30 aprile se l’1 cade di domenica, muove dal Duomo alla Chiesa di Santa Chiara e rappresenta uno dei tre appuntamenti fissi per i napoletani, oltre il 19 settembre giorno di San Gennaro e il 16 dicembre. In questi giorni di severe misure per il contenimento del contagio, giorni in cui la parola d’ordine è restare a casa ed evitare assembramenti, diventa sempre più concreta l’ipotesi che quest’anno la processione tanto attesa non si possa svolgere.
La Curia di Napoli non si è ancora espressa in merito, ma ovviamente sta ponderando la situazione con estrema attenzione, vagliando le possibili alternative. «Non è mai successo prima – rileva lo storico Paolo Jorio, direttore del Museo del Tesoro di San Gennaro – nemmeno durante la guerra la processione delle reliquie è stata fermata».
Purtroppo al tempo di Coronavirus uno scenario del genere è assolutamente impensabile e «La processione è da escludere per l’inevitabile promiscuità della situazione, con tantissime persone gomito a gomito” – come sottolinea Riccardo Imperiali di Francavilla della Deputazione di San Gennaro, l’organismo laico il cui compito è custodire le reliquie e la teca che accoglie l’ampolla con il sangue del santo. “Sarebbe auspicabile una cerimonia nella Cappella con una processione simbolica all’interno, per non interrompere la tradizione» – aggiunge.
Una cerimonia quindi a porte chiuse, senza fedeli, alla presenza di pochi presenti, in rappresentanza della Deputazione e dei religiosi, ma non completamente annullata, soprattutto per il grande significato che proprio il popolo napoletano riconosce al miracolo.
Una celebrazione che permetterebbe comunque ai devoti di stringersi virtualmente in preghiera. «Sarebbe molto triste – prosegue ancora Imperiali di Francavilla – ma in questo momento deve prevalere il rispetto delle misure e il buon esempio deve partire dalle istituzioni. Il nostro Santo ci protegge anche senza la processione. In ogni caso, le preghiere del 2 maggio, saranno tutte rivolte affinché finisca questa epidemia».