E’ paradossale che – con il decreto “Cura Italia” che assicura un’ integrazione salariale ai lavoratori nella fase di epidemia da Cvodi 19 – l’Accordo Quadro della Campania del 20 marzo scorso escluda dalla Cassa in deroga le aziende assicurate esclusivamente alla Cassa integrazione guadagni Straordinaria. E’ quanto afferma l’ANCAL (Associazione nazionale commercialisti area lavoro), sindacato dei commercialisti che operano nel settore giuslavoristico.
“Un’interpretazione dell’ Accordo in tal senso – dice il segretario generale dell’ ANCAL, Piero Gogliettino – rischierebbe di estromettere, dalla precipua tutela in deroga, le aziende del commercio e le agenzie di viaggio e turismo con oltre 50 dipendenti, obbligate al versamento CigS. Si tratterebbe, in tal caso, di una posizione palesemente contraria all’art. 22 del decreto “Cura Italia”, il cui spirito è stato correttamente recepito dall’INPS con circolare 28 marzo 2020, n. 47″.
“Da un confronto con gli Accordi Quadro sottoscritti in altre Regioni, come Lombardia, Friuli-Venezia Giulia- aggiunge Gogliettino – non si rileva un restringimento del campo di applicazione della Cassa in deroga, tale da escludere le aziende aventi diritto alla sola CIGS”. “Mi auguro – conclude il segretario dell’ANCAL – che venga quanto prima chiarita l’esatta portata soggettiva dell’Accordo Quadro della Campania”.