In Italia è stato creato un gruppo di lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità, il gruppo è “dedicato allo studio delle cause di morte dei pazienti deceduti che risultavano positivi all’infezione da SARS-CoV-2”.
Il Ministero della Salute ha emanato le indicazioni nella Circolare pubblicata il 25 febbraio 2020, dove si specifica, tra le altre cose, che “la certificazione di decesso a causa di COVID-19 deve essere accompagnata da parere dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS)”.
Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia
Il report è aggiornato al 13 aprile 2020 e riporta un campione di 18.641 pazienti deceduti e positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia.
L’età media dei pazienti deceduti e positivi all’infezione da SARS-CoV-2 è 79 anni. Le donne sono 6.339, che equivale ad una percentuale del 34,0%, ma hanno un’età più alta rispetto agli uomini: 83 anni.
C’è da dire anche che l’età mediana dei pazienti deceduti positivi è più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione, infatti i pazienti deceduti hanno un’età mediana di 80 anni, mentre quelli con infezione: 62 anni.
Per quanto riguarda invece le più comuni patologie croniche preesistenti, “diagnosticate prima di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 nei pazienti deceduti”, c’è da dire che il dato dell’ISS viene “ottenuto da 1596 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche”.
L’Istituto Superiore di Sanità ci dice che il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è:
- il 3,3% (n=53) del campione dei pazienti presentavano 0 patologie,
- il 14,5% (n=231) presentavano 1 patologia,
- il 20,7% (n=331) presentavano 2 patologie,
- il 61,5% (n=981) presentavano 3 o più patologie.
Altri dati importanti riguardano le terapie che seguivano i pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2, prima del ricovero in ospedale: il 25% dei pazienti seguiva una terapia con ACE-inibitori, il 16% una terapia con Sartani (bloccanti del recettore per l’angiotensina).
Nelle donne (n=508) il numero medio di patologie osservate è di 3,4 (mediana 3, Deviazione Standard 1,9), mentre negli uomini (n=1088) il numero medio di patologie osservate è di 3,3 (mediana 3, Deviazione Standard 1,9).
Nelle 93,0% delle diagnosi di ricovero erano menzionate condizioni (per esempio polmonite, insufficienza respiratoria) o sintomi (per esempio, febbre, dispnea, tosse) compatibili con COVID-19.
Nel 7,0% dei casi invece (n=107) la diagnosi di ricovero non era da correlarsi all’infezione: in 9 casi la diagnosi di ricovero riguardava esclusivamente patologie neoplastiche, in 49 casi patologie cardiovascolari (per esempio infarto miocardico acuto, scompenso cardiaco, ictus), in 14 casi patologie gastrointestinali (per esempio colecistite, perforazione intestinale, occlusione intestinale, cirrosi), in 35 casi altre patologie.
I sintomi più comuni sono rappresentati da febbre dispnea e tosse, mentre meno frequenti sono diarrea e emottisi. Il 5,7% delle persone non presentava alcun sintomo al momento del ricovero.
La complicanza più comunemente osservata è stata l’insufficienza respiratoria, questo per quanto riguarda il 96,8% dei casi, le altre complicanze hanno riguardato: per il 23% danno renale acuto, per l’11,6% sovrainfezione, per il 9,5% danno miocardico acuto.
Delle terapie anti Covid-19 la terapia antibiotica è stata utilizzata nel corso del ricovero per l’84% dei casi, quella antivirale è stata meno usata (56%), mentre più raramente si è trattata la terapia steroidea (34%).
“Il comune utilizzo di terapia antibiotica può essere spiegato dalla presenza di sovrainfezioni o è compatibile con inizio terapia empirica in pazienti con polmonite, in attesa di conferma laboratoristica di COVID-19. In 306 casi (19,3%) sono state utilizzate tutte e tre le terapie. Al 3,1% dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 è stato somministrato Tocilizumab”.
I tempi mediani (in giorni) che trascorrono dall’insorgenza dei sintomi al decesso è di 10 giorni, dall’insorgenza dei sintomi al ricovero in ospedale è di 5 giorni e dal ricovero in ospedale al decesso è di 5 giorni. Il tempo intercorso dal ricovero in ospedale al decesso è di 4 giorni più lungo in coloro che sono stati trasferiti in rianimazione rispetto a quelli che non sono stati trasferiti (8 giorni contro 4 giorni).
Al 13 aprile i pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2, di età inferiore ai 50 anni, sono 217 dei 18.641 (1.2%): 47 di questi avevano meno di 40 anni, parliamo di 32 uomini e 15 donne con età compresa tra i 5 e i 39 anni. Di 6 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche, gli altri 33 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 8 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.
Andrea Ippolito