«Ci farete infettare tutti, continuate a portare il virus dai vostri ospedali”. Questa l’accusa ripugnante che qualche giorno fa un infermiere ha trovato su un biglietto lasciato nella sua buca della posta.
Sono stati definiti da tutti eroi silenziosi, con i loro camici, le loro divise o le tute anticontagio, armati di tanta professionalità e rispetto per la vita umana. Hanno vissuto l’angoscia e l’impotenza, tra le corsie degli ospedali dove si entra con tanto timore e la paura di non poter più uscire. Li abbiamo visti, piangere, sorridere, disperarsi, ammalarsi e persino morire.
Lo hanno fatto ogni giorno, per noi, per tutelare la nostra salute, per sostenerci in una guerra impari contro un male invisibile, ma terribile. Non possiamo immaginare chi abbia potuto anche solo pensare di lanciare un messaggio di accusa contro uno di loro. Eppure è accaduto ad un infermiere di Castellammare di Stabia, Alfredo Botta, in servizio presso l’ospedale di Sorrento che al rientro a casa ha trovato nella sua cassetta delle lettera poche ignobili parole. «Ci farete infettare tutti, continuate a portare il virus dai vostri ospedali».
“Vogliamo ringraziare chi ha avuto questo pensiero per noi. Noi negli ospedali ci andiamo per lavorare e questo ci fa onore, consapevoli del fatto di poter portare il virus all’interno delle nostre case – è stata la risposta dell’infermiere allo sconosciuto autore della missiva – Purtroppo è il rischio del nostro lavoro: non ci siamo mai tirati indietro e nemmeno lo faremo dopo questa calorosa dimostrazione di affetto e di ammirazione”.
Dura la condanna del sindaco Gaetano Cimmino, che in un post su facebook ha pubblicato il messaggio commentando : «Sono vicino ad Alfredo, l’infermiere che ha trovato nella posta un foglio bianco con queste poche, ignobili, assurde parole. Un’accusa indecente, schifosa, senza ritegno – aggiunge il sindaco – nei confronti di chi si batte ogni giorno, in prima linea, mettendo a rischio anche la propria vita per salvare le vite altrui. Non smetterò mai di ringraziare tutti gli operatori sanitari che, come Alfredo, continuano a metterci l’anima, profondendo ogni sforzo per prestare assistenza e cure a chi sta male. Siete i nostri eroi. Sono orgoglioso di voi».