Ha una relazione con una trans, il fratello la sperona in scooter: muore 20enne ad Acerra. E’ stata inseguita e speronata dal fratello per una relazione con una altra donna, è caduta dallo scooter a bordo del quale era con la fidanzata ed è morta. E’ questa l’origine dell’incidente avvenuto ad Acerra, nel quale è deceduta Maria Paola Gaglione, 20 anni. Autore dello speronamento Antonio Gaglione, 25 anni, disoccupato, residente al Parco Verde di Caivano, fermato dai carabinieri.




Il giovane  non sopportava più quella che per lui era una «vergogna». Una relazione tra le due ragazze, non poteva essere compresa ed accettata. Come non potevano essere accettate le paroline e i commenti sotto voce che giravano nel parco Verde di Caivano, sulla giovane Maria Paola. Nel fortino della camorra non poteva essere concepito il rapporto omosessuale, nemmeno nascosto, da Maria Paola Gaglione e dalla sua compagna, sua coetanea di Acerra. Le ragazze avevano una relazione stabile e qualche anno di convivenza.

I due innamorati, l’altro ieri sera erano in viaggio da Caivano ad Acerra, quando sono stati raggiunti dal giovane, anch’egli a bordo di uno scooter, che ha tamponato con violenza il mezzo provocando la caduta. Dopo l’urto inatteso il mezzo ha sbandato ed è uscito di strada per poi impattare contro la recinzione di un campo. La coppia è stata sbalzata dal sellino. Maria Paola Gaglione ha sbattuto con il collo contro un tubo di metallo dell’impianto di irrigazione, mentre la sua compagna è finita in un fosso tra i rovi selvatici. Maria Paola è morta all’istante mentre l’altra 22enne, Cira, ma da tempo aveva deciso di diventare Ciro, è rimasta ferita; ancora a terra è stata picchiata dal ragazzo che gli ha rivolto l’accusa di aver plagiato la sorella, come se l’amore fosse una malattia.




Nonostante la caduta e le botte è stata la compagna di Maria Paola a richiamare l’attenzione di Antonio sulla sorella che era rimasta immobile dopo l’impatto: «Maria Paola non si muove… aiutiamola». Solo in quel momento Antonio Gaglione, dopo essersi avvicinato a corpo, ormai senza vita della sorella, si è reso conto di quello che aveva provocato e del fatto che la giovane fosse già morta.

La 22enne ferita è stata portata in una clinica della zona, le sue condizioni non sono gravi.

“Volevo darle una lezione, non ucciderla. Ma era stata infettata”. Lo ha detto ai carabinieri, secondo quanto riferito, Michele Antonio Gaglione, fermato per la morte della sorella Maria Paola. Inizialmente rispondeva di lesioni personali, morte come conseguenza di un altro delitto e violenza privata, ma la sua posizione si è aggravata ed è finito in cella per omicidio preterintenzionale e violenza privata aggravata dall’omofobia.


Il giovane ha inseguito la sorella e la compagna trans per parecchi minuti, cercando con i calci di farli cadere dallo scooter in corsa, poi in una curva, il mezzo con a bordo le due, colpito dalla furia del giovane, ha perso aderenza finendo fuori strada; Maria Paola è finita su un tubo per l’irrigazione, che le ha tranciato la gola. Sono questi, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli ultimi attimi di vita della 20enne, morta nella notte tra venerdì e sabato.

“La storia di Maria Paola è molto triste, non ci ho dormito. Ho battezzato lei e il fratello Michele Antonio, quest’ultimo l’ho anche sposato qualche anno fa. Non credo volesse davvero uccidere la sorella, forse voleva darle una lezione, saranno le indagini a stabilirlo; di certo non era preparato culturalmente a vivere la relazione della sorella con un’altra donna”. Don Maurizio Patriciello, parroco al Parco Verde di Caivano, conosceva sia la famiglia Gaglione che quella della compagna di Maria Paola, Cira; entrambe le famiglie risiedono al Parco Verde di Caivano, complesso residenziale tra i più degradati dell’hinterland napoletano, già noto come “Parco degli Orrori” dopo la triste vicenda di pedofilia che portà alla morte della piccola Fortuna Loffredo.



“Non sapevo della relazione tra le due ragazze – ha aggiunto don Patriciello – ma sapevo della scelta di Ciro, che rispetto; per loro non sarà stato facile. Ancora oggi queste persone fanno fatica a farsi accettare. Sui social ho letto brutti commenti, attacchi tra le famiglie, ma è necessario stare calmi e attendere che le indagini facciano il proprio corso”. Nei prossimi giorni don Maurizio officerà i funerali della ragazza.

Sulla triste vicenda è intervenuto anche Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center: “La morte di Maria Paola Gaglione, 20 anni, di Caivano del Parco Verde, Napoli, è la storia di una ragazza lesbica, non accettata dalla famiglia e maltratta per questo lei e la compagna accusata di averla ‘infettata con l’omosessualità’. Storia terribile, finita venerdì con lo speronamento del motorino e l’aggressione alla compagna, da parte del fratello di Paola, mentre fuggivano per la libertà. Il Fratello è ora agli arresti, come appreso dalla stampa”.



“Quanto accaduto, dimostra quanto siano duri i contesti che da tempo denunciamo con il nostro numero verde Gay Help Line 800 713 713 – dichiara Marrazzo, Responsabile Gay Help Line – per questo serve una legge seria contro l’omotransfobia, che prevenga situazioni di questi tipo e che senza dubbi condanni le dichiarazioni che vedono l’omosessualità come una malattia o qualcosa di inferiore, mentre l’emendamento “Salva Opinioni Omofobe”, voluto da Costa (ex FI) ed approvato dalla maggioranza, renderebbe queste espressioni lecite. Espressioni e pregiudizi per i quali Paola è stata uccisa. Questo emendamento va cambiato e vanno resi certi i supporti per i centri di protezione, da noi richiesto e previsti dalla legge contro l’omotransfobia, che potevano garantire una protezione e la libertà a Paola ed alla compagna, che ora la commissione bilancio sembra che li voglia ulteriormente limitare”.

Poi Marrazzo ha così concluso:”Chiediamo giustizia per Paola, il colpevole non è solo il fratello, ma anche gli altri familiari che la hanno maltrattata ed hanno consentito quanto accaduto senza proteggerla e senza denunciare”.



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