La tragica fine di Maria Paola Gaglione è avvenuta nella notte fra venerdì 11 e sabato 12 settembre ad Acerra. Secondo quanto ricostruito a speronare lo scooter sul quale stava andando verso Caivano in compagnia dell’amore della sua vita, Ciro. Un amore incomprensibile ed inaccettabile per la sua famiglia e per il fratello Michele Antonio, autore dello speronamento rivelatosi, certamente per colpa e fatalità, mortale per la 20enne. Una “lezione” era quella che il fratello 25enne voleva dare a quella sorella “infettata” di un amore “anormale” perché Ciro è un ragazzo trans, nato di sesso femminile ma che si percepisce uomo.


Quest’ultimo, Ciro Migliore, è sopravvissuto all’agguato riportando solo alcune ferite e ha affidato a Instagram il suo dolore in un post dedicato a Maria Paola, un messaggio d’addio alla ragazza: «Amore mio, oggi sono esattamente 3 anni di noi, 3 anni. A prenderci e lasciarsi in continuazione, avevo la mia vita come tu avevi la tua, ma non abbiamo mai smesso di amarci. Dopo 3 anni ti stavo vivendo, ma la vita mi ha tolto l’amore mio più grande, la mia piccola.

Non posso accettarlo – continua nel suo messaggio Ciro – perché Dio non ha chiamato me? Perché proprio a te amore mio, non riesco più a immaginare la mia vita senza te, non ci riesco».


Ciro dopo la caduta aveva subito un violento pestaggio accompagnato da accuse e offese infamanti perché, secondo Michele Antonio Gaglione, aveva la colpa di aver plagiato la sorella. Il tutto senza nemmeno dare un’occhiata alla sorella, immobile per la morte immediata.

Ora dall’ospedale, dove è ricoverato e sta recuperando quanto meno fisicamente, ha concluso il suo messaggio così: «Non riesco più a dormire, penso a te 24 su 24 amore mio, mi manchi, mi manchi tantissimo. Eri l’unica per me, l’unica che mi amava veramente. Non posso accettarlo ancora, non ci riesco. Mi mancano le tue carezze, mi manca quando mi svegliavi la mattina a darmi fastidio. Mi manca tutto di te, non ho mai smesso di amarti dal primo giorno che ti ho vista, Ti amerò sempre piccola mia».

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