È allarme per il “mancato accesso ai trattamenti terapeutici e alle diagnosi precoci”, anche perché le proiezioni prevedono “un incremento di decessi dovuti anche al blocco degli screening”, è quello che dice a La Verità Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (FAVO), già presidente della Euopean cancer patient coalition (ECPC).
De Lorenzo, intervistato da Maddalena Guiotto, spiega che “occorre una strategia complessiva per l’oncologia, che tuteli nel tempo tutti i diritti dei malati di cancro“. Allarme che era già stato espresso a luglio in audizione alla XII Commissione Affari Sociali della Camera.
Alla domanda della Guiotto sul rischio Covid per i malati di cancro, il Presidente della FAVO ha risposto che i malati di cancro “sono pazienti fragili con una compromessa risposta immunitaria”.
De Lorenzo ha poi citato la review dell’European Journal of Cancer dove è scritto che “il tasso di mortalità del 25,6% aumenta fino al 35% se il tumore è in fase attiva”, inoltre che in Italia, in base al rapporto ISTAT-ISS “l’associazione tra tumore e Covid-19 ha fatto registrare il 12% dei decessi durante la pandemia”.
Poi si affronta il tema della prevenzione dove De Lorenzo descrive la riduzione delle biopsie (il 52% in meno) e delle visite (il 57% in meno), oltre alla registrazione dei ritardi per il 64% degli interventi chirurgici. Questo ha portato alla riduzione delle nuove diagnosi, ma anche alla scoperta tardiva della malattia, dunque della patologia in “fase avanzata e quindi meno curabile”.
De Lorenzo specifica addirittura che “a partire dall’anno prossimo ci saranno migliaia di malati che moriranno…dal momento che l’individuazione delle neoplasie in fase avanzata determina minori probabilità di guarigione e costi delle cure più elevati”.
Il Presidente della FAVO afferma anche che “un malato di cancro positivo”, che non si opera per dei mesi, “nel frattempo, potrebbe morire per la progressione del cancro”.
Andrea Ippolito