Il CODACONS, insieme all’Associazione Italiana Diritti del Malato, hanno depositato un esposto in 9 Procure della Repubblica, in cui si chiede di svolgere adeguate indagini per i reati di truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, procurato allarme, falso ideologico e omicidio colposo.

Da quanto apprendiamo dalla nota stampa, alla base dei proclami di emergenza Covid “potrebbero esserci dati del tutto inattendibili”.

Poi che “le diagnosi di Covid sarebbero state effettuate con 78 tamponi diversi, cui nessuno validato, valutato e autorizzato preventivamente, la cui inaffidabilità è stata addirittura certificata dalla Commissione Europea e dall’Istituto Superiore di Sanità”

“Il Codacons – si legge ancora dalla nota – fa riferimento alla dichiarazione congiunta di un gruppo di esperti, i quali hanno rilevato che i risultati dei tamponi sono del tutto inattendibili e che “proseguire nell’utilizzo dei tamponi è praticamente senza nessun fondamento scientifico”.


L’esposto è stato depositato in nove Procure della Repubblica, in Sicilia (Palermo, Catania, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Enna, Agrigento, Trapani e Messina).

Riporta newsicilia.it: “Codacons Sicilia e Articolo 32 AIDMA (Associazione Italiana Diritti del Malato) – afferma l’avv. Carmelo Sardella con l’esposto-denuncia – chiedono il sequestro probatorio dei tamponi Covid-19 presenti sul territorio, di effettuare adeguata perizia sui diversi test in circolazione per verificare la validità dello strumento del tampone per effettuare diagnosi di SARS-CoV-2, di individuare i dispositivi contraffatti immessi sul mercato illegalmente, di verificare che i test siano utilizzati coerentemente con la destinazione d’uso prevista, e per accertare il rispetto di tutte le altre condizioni di validità dei test”.

Il gruppo di esperti descritto dal Codacons è composto da: Dr. Fabio Franchi, medico infettivologo esperto di virologia, Dr. ssa Antonietta Gatti, scienziata esperta di nanopatologie, Dr. Stefano Montanari, farmacista ricercatore scientifico e nanopatologo, Dr. Stefano Scoglio, ricercatore scientifico, i quali infatti dichiarano che “proseguire nell’utilizzo dei tamponi da cui ricavare dati utili a determinare proclami sullo stato di emergenza, quarantene individuali o di gruppo, e per imporre limitazioni e lockdown, dalle scuole alle imprese alle famiglie, è pratica senza nessun fondamento scientifico”.

Dichiarano inoltre di aver appurato, tra le altre cose, che: “…Da un documento della Commissione Europea e da uno dell’istituto Superiore di Sanità, i tipi di tampone circolanti in Europa al 16 Maggio 2020 erano 78, nessuno dei quali era autorizzato, valutato o validato; numerosi studi attestano la continua mutazione del virus, e le stesse autorità sanitarie riconoscono che se il virus continua a mutare, e che dunque i tamponi diventano inutili; ci sono quasi 150.000 diversi sequenziamenti del virus presso la banca dati dei virus GISAID; erano 70.000 ad Aprile; e continuano a crescere, perché si trovano sempre nuove mutazioni, e ciò rende i tamponi circolanti del tutto inutili”.

Gli scienziati, nel documento (che anche liberi cittadini stanno usando da allegare alle denunce) aggiungono che un altro dei problemi riscontrati è proprio la tecnica utilizzata per il rilevamento del Sar-Cov-2 (la RT-PCR), perché – scrivono – affinché funzioni effettivamente “dovrebbe utilizzare tra i 20 e i 30 cicli di PCR; e non si dovrebbe comunque mai superare i 35 cicli, perché sopra tale soglia la PCR inizia a creare sequenze casuali“.

Gli esperti confermano da diversi documenti che allegano alla dichiarazione congiunta, che “quasi tutti i tamponi superano i 35-40 cicli di media, e sono dunque da considerare del tutto inefficaci e produttivi di falsi positivi”.

D’altronde anche l’OMS nel Briefing scientifico del 9 luglio 2020 chiarisce che:

 

  • “Il rilevamento dell’RNA virale non significa necessariamente che una persona sia infettiva e in grado di trasmettere il virus a un’altra persona. Studi sull’utilizzo di colture virali di campioni di pazienti per valutare la presenza di SARS-CoV-2 infettiva sono attualmente limitati”;
  • “Il rilevamento dell’RNA mediante saggi basati sulla reazione a catena della polimerasi a trascrizione inversa (RT-PCR) NON È NECESSARIAMENTE INDICATIVO di virus competente per la replicazione e l’infezione che potrebbe essere trasmissibile e in grado di causare l’infezione”.



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