«Ritiro le mie dimissioni». Parola di Antonio Diplomatico, sindaco di Boscoreale che l’undici di questo mese di novembre, con un breve comunicato stampa, aveva informato i gruppi politici di maggioranza e di opposizione circa la decisione di mollare la carica perché «…la crisi politica in corso all’interno della maggioranza che, fino ad ora, mi ha sostenuto, non mi consente, mio malgrado, di continuare a svolgere la mia funzione con la dovuta serenità». «Anzi» ha dichiarato in una conferenza stampa fiume, tenutasi qualche ora fa nella “sala Giunta” della cittadina vesuviana, nel corso della quale ha elencato tutto quanto di buono ha fatto la sua amministrazione in questi due anni e più di sindacatura «devo anche sbrigarmi perché il termine ultimo per farlo scade lunedì trenta novembre».

E, proprio lunedì sarà una giornata particolare perché in quella data è previsto un consiglio comunale nel corso si cercherà di capirne di più su questa “crisi non crisi” che per la verità non pare abbia tenuto con il fiato sospeso più di cinque, sei cittadini poco addentro alle vicende politiche locali. Tutto sarebbe nato, come ha spiegato diplomatico da problemi politici sorti all’interno di gruppi e schieramenti che in questi anni lo hanno sostenuto. In buon sostanza, e queste sono le voci dei bene informati, le lotte all’”ultimo sangue” si sarebbero sviluppate tra chi, a metà consiliatura, avrebbe dovuto lasciare scranni e incarichi a favore di altri.

Insomma tutta una storia di “poltrone e sedie”, suggeriscono i conoscitori del panorama politico locale. Dato confermato da un patto siglato due anni fa tra liste e gruppi che avevano sostenuto Diplomatico nella sua campagna e dunque nell’elezione. Ovviamente, c’è stato chi ha masticato amaro e fatto resistenza e chi ha chiesto il rispetto degli accordi. E per questo si è arrivato ai ferri corti con scelte politiche e attacchi che hanno visto il sindaco fare da parafulmine. Ovviamente, la ragione e i ragionamenti paiono aver avuto il sopravvento sulle chiusure, portando alla rimozione di blocchi con nuovi accordi. Anche se qualcuno dice che si è trattato solo di opportunità politiche e di calcoli matematici: nuove elezioni vorrebbero dire nuova e impegnativa campagna elettorale, spese per sostenerla e, maggiormente, il fantasma di una mancata rielezione.

Calcolo, logico e giusto, assolutamente non esecrabile, sia in ambito locale sia in contesto regionale o nazionale. Questo il breve comunicato con il quale Antonio Diplomatico ha ritirato le dimissioni: «Vista l’emergenza sanitaria ed economica – sociale che attualmente investe l’intero territorio e nazionale e locale, vista la volontà delle forze politiche di maggioranza qui presenti di continuare l’azione amministrativa, costituendo, tra i presenti, l’istituzione di un tavolo permanente politico/tecnico che unitamente al sindaco affronteranno le problematiche, le stesse forze politiche danno disponibilità immediata a sostegno del sindaco invitando lo stesso a ritirare le dimissioni».


Il tutto controfirmato da Gaetano Campanile, Massimiliano Zecchi, Michele Vaiano, Luca Giordano, Antonio Mappa, Antonio Orlando, Antonio Di Somma, Francesco Faraone. Insomma, buona parte dell’ex opposizione e una parte dell’ex maggioranza. Qualcuno entra, altri escono, in una sorta di vasi comunicanti dai quali, dopo lunedì, dopo il consiglio, dovrà uscire una nuova giunta con nomi e cognomi di assessori e deleghe.

Riuscirà Diplomatico a destreggiarsi “diplomaticamente” tra le desiderata politiche e quello che il “piatto” potrà realmente offrire? E, chi resterà fuori se ne starà in silenzio e non “scalcerà” per una migliore collocazione e la risposta da dare al proprio elettorato? Ma questa è tutta un’altra storia tutta da raccontare.




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