Con i nuovi provvedimenti annunciati, il premier Mario Draghi sa di mettere in conto “un rischio ragionato“, alla luce di una campagna di vaccinazione che “va bene – aggiunge – con tante sorprese positive e qualcuna negativa. E questo è stato fondamentale per prendere le decisioni”.

Il decreto, che arriverà in Cdm martedì o mercoledì prossimo, reintrodurrà la zona gialla, dopo oltre un mese, con alcuni cambiamenti rispetto al passato: dalla possibilità di spostarsi liberamente tra regioni classificate gialle alla ripresa di diverse attività, soprattutto all’aperto.


Le riaperture “sono una risposta al disagio di categorie e giovani e – precisa il presidente del Consiglio – portano maggiore serenità nel Paese, pongono le basi per la ripartenza”.

Sono 16 le Regioni che oggi hanno valori per la zona gialla che tornerà sulla scena dal 26 aprile e sono: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano, Toscana, Umbria e Veneto.

Queste regioni hanno un indice Rt inferiore all’1, una classificazione complessiva del rischio bassa o moderata e uno scenario di trasmissione 1 (dove 3 è quello più grave, da rosso) oltre a un’incidenza sotto controllo e un piano vaccinale che risponde ai parametri fissati dal generale Figliuolo.

Ora bisognerà vedere se tutti questi territori riusciranno a mantenere anche nella cabina della regia della prossima settimana tali valori.


Puglia, Valle d’Aosta e Sardegna restano rosse. Il Trentino Alto Adige, invece, annuncia di volere anticipare a lunedì 19 le aperture dei ristoranti all’aperto.

Intanto, i primi dati nazionali alimentano la fiducia sul fronte delle riaperture: l’indice Rt è calato a 0,85, contro lo 0,92 della scorsa settimana. Anche l’incidenza in Italia dei nuovi casi settimanali ogni 100.000 abitanti: questa settimana è a 182, era a 185 sette giorni fa.

Scende anche la pressione sulle terapie intensive ed i reparti ospedalieri con un tasso di occupazione a livello nazionale al di sopra della soglia critica sia in terapia intensiva (39% rispetto alla soglia di allarme fissata al 30%) che in area medica (41% contro il 40% della soglia critica), che tuttavia per la prima settimana mostrano segnali di una lieve diminuzione.



Con la zona gialla, che torna con qualche giorno di anticipo lunedì 26 aprile, saranno consentire le attività all’aria aperta, si potrà tornare al ristorante a pranzo e a cena, ma solo all’esterno. Resta, per ora, il coprifuoco alle 22. Riaprono musei, teatri, cinema e spettacoli anche se con misure di limitazione della capienza. Sì anche allo sport nelle aree a basso contagio, sempre all’aperto.

Via libera anche agli spostamenti tra regioni in zona gialla. Tra gli elementi chiave della ripartenza ci sarà un pass, che permetterà di spostarsi ovunque, anche tra regioni di colore diverso, oltre alla possibilità di accedere a stadi, concerti e altri eventi. Il pass dovrà attestare la sussistenza di una delle seguenti condizioni: avvenuta vaccinazione, esecuzione di un test Covid negativo in un arco temporale da definire, avvenuta guarigione dal Covid. Non è ancora chiaro, però, se si tratterà di un certificato che sarà rilasciato da Asl, Regione o un altro ente sanitario, visto che i territori al momento non sembrano tutti organizzati allo stesso modo, in particolare sul rilascio del patentino vaccinale.


Sempre dal 26 aprile, il governo vuole tutti gli studenti di scuole e università a lezione in presenza nelle zone gialle e arancioni. Nelle zone rosse, tutti a scuola fino alla terza media compresa e alle superiori Dad al 50%.

Gli step successivi sono già tracciati: dal 15 maggio dovrebbero riaprire le attività balneari e le piscine all’aperto.

Il primo giugno dovrebbero tornare la socialità al chiuso, come “alcune attività” nelle palestre e ristoranti indoor, ma solo a pranzo. In entrambi i casi verranno emesse nuove linee guida.

Dal primo luglio ripartono fiere, congressi, stabilimenti termali e parchi tematici con nuove linee guida.




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