Le principali sigle di rappresentanza degli operatori del turismo campano, tra cui noleggiatori con conducente, agenzie di viaggi, tour operators e guide turistiche si sono radunate ieri nel piazzale a quota 1000 del Parco Nazionale del Vesuvio, nel punto più elevato della strada in salita che conduce all’ingresso della barriera per le visite al Gran Cono. Ad unire in coro le voci di protesta del comparto sono le difficoltà, ritenute ormai ataviche, vissute da operatori e visitatori per l’accesso e la fruizione non di uno dei siti culturali e paesaggistici qualsiasi, bensì di uno dei grandi attrattori del Paese conosciuto in tutto il mondo: sua Maestà il Vesuvio.
Lungo e articolato è il cahiers de doléances stilato: si va dall’assenza di servizi igienici in cima fino ad arrivare alle modalità di acquisto dei biglietti ritenute poco agevoli e idonee, anche a causa della scomparsa, da oltre un anno, della biglietteria fisica sul piazzale di ingresso.
Il dito viene puntato anche su altro. Il contingentamento del numero dei turisti, dettato dalle norme anti-covid, è ritenuto dagli operatori dannoso tenendo conto che le escursioni sono all’aria aperta, garantendo quindi condizioni adeguate di sicurezza. Difatti collegandosi all’unico canale on line di acquisto dei biglietti si può notare che l’accesso alle visite è contingentato attraverso degli “slot” limitati di disponibilità suddivisi per fasce orarie.
Inoltre questo canale genera non pochi problemi in quanto vi è l’impossibilità per agenzie di viaggi, tour operators e compagnie crocieristiche di accaparrarsi in anticipo i biglietti, se non tramite un farraginoso software a pagamento, non adatto a risolvere le problematiche esistenti. Non solo. La richiesta di biglietti nominativi costituisce, a detta degli operatori, un ulteriore ostacolo che non si incontra ad esempio con la prenotazione di altri siti culturali campani. Senza considerare che non è più prevista la gratuità per gli accompagnatori turistici che assistono i vari gruppi di visitatori.
Per i turisti “fai da te” non muniti di biglietto, invece, risulta molto complicato provvedere all’acquisto in loco dai propri smartphone. L’assenza della copertura di rete sul piazzale a quota 1000, in prossimità dei tornelli di ingresso, li induce a doversi recare presso un infopoint ubicato a un centinaio di metri più giù per poter connettersi a un segnale wi-fi. Ma, in ogni caso, la piattaforma informatica, non è di utilizzo intuitivo e spesso costringe i turisti stessi ad abbandonare l’idea della visita al Gran cono, tra evidenti malumori.
Nella protesta c’è anche spazio per l’assenza di decoro dei luoghi. Il riferimento è alla mancanza di pulizia e manutenzione delle vie d’accesso al cratere. Non è raro incontrare lungo i cigli stradali rifiuti abbandonati fra la vegetazione incolta. Quanto invece alla sicurezza per i turisti si segnalano episodi di autovetture in sosta scassinate con il conseguente danno di immagine del Paese nel mondo.
E infine la stoccata finale: “Basta analizzare – dichiarano i rappresentanti delle varie sigle di categoria che hanno preso parte al raduno – molte recensioni di siti, ad esempio tripadvisor, per comprendere tutte le criticità che una gestione inesperta e sorda sta producendo sul sentiero più visitato. Il Vesuvio è sprofondato in uno dei suoi periodi più bui della storia”.
Insomma per chi di turismo vive tutto questo è diventato insostenibile. Di appelli a un confronto con le parti istituzionali tesi a superare queste e tante altre difficoltà, ne sono stati lanciati a più riprese. Ma, a quanto pare, senza successo. Oggi il grido d’allarme delle categorie del comparto turistico non può essere evidentemente più ignorato. Ne va della immagine e della buona reputazione del nostro territorio, da sempre terra d’accoglienza e di ospitalità. Senza considerare le ripercussioni in termini di indotto. Difatti, sempre più frequentemente, i “tour operators” internazionali stanno cancellando dai loro prodotti la storica e rinomata tappa al Vesuvio.
Una responsabilità che, in tempi di forte crisi economica causata dalla segnante pandemia, qualcuno ai piani alti dovrà pur assumersi.