Sconto di pena e domiciliari per i responsabili dell’aggressione al carabiniere Giovanni Ballarò, picchiato per futili motivi nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto dello scorso anno. Ieri pomeriggio è stata formulata la sentenza della Corte d’Appello di Napoli nei confronti di 6 stabiesi. Sono stati condannati a 6 anni Antonio Longobardi, Ferdinando Imparato, Giovanni Salvato e Carmine Staiano (a fronte dei 7 anni e 2 mesi ricevuti in primo grado), 5 anni sono stati comminati invece a Pio Lucarelli (figlio di Giovanni, ritenuto dagli inquirenti vicino al clan D’Alessandro).


Per Manuel Spagnuolo, invece, è scattata la condanna a 2 anni e 10 mesi: si tratta del 42enne che rubò il portafogli all’appuntato dei carabinieri mentre si trovava a terra, riverso sull’asfalto, subito dopo il pestaggio. Per il Comune di Castellammare invece (costituitosi parte civile) è stato riconosciuto anche in Appello il diritto al risarcimento del danno, che sarà calcolato in separata sede in favore dell’ente stabiese.

L’episodio si verificò nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto scorso nei pressi della villa comunale di Castellammare. Qui l’appuntato Ballarò (37 anni, in servizio alla caserma di Gragnano) venne brutalmente picchiato dal. Lui era libero dal servizio e si trovava in villa insieme ai suoi familiari. Era intervenuto per sedare una rissa sfociata per motivi di viabilità. Pochi giorni dopo i carabinieri arrestarono i responsabili. “Per i giudici il danno d’immagine per tutta la città c’è stato – afferma il sindaco Gaetano Cimmino – Da quel giorno buio è passato un anno, ma la ferita resta ancora aperta. Bene le condanne esemplari per gli aggressori, bene il riconoscimento del danno d’immagine.


L’aggressione scosse le coscienze degli stabiesi che si videro catapultati in un clima di violenza e sopraffazione là dove doveva esserci solo voglia di rinascita dopo la prima ondata Covid. La città andava difesa – continua – e va difesa ogni giorno, per chi crede che Castellammare non è quella che tutti videro quella maledetta notte. Io ne sono certo. Allo stesso modo, credo che i ragazzi vadano presto recuperati e riabilitati. Una volta scontata la pena sono sicuro che riabbracceranno la città e che la città li riabbraccerà come cittadini modello. Sono certo che qualsiasi sia il contesto di appartenenza, i processi virtuosi messi in moto verso la cultura della legalità, della bellezza e della cultura, cambieranno radicalmente in meglio questo territorio”.


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