Dalle ultime rilevazioni dell’ISS, la variante Delta si è confermata come la mutazione attualmente predominante in molti paesi europei, Italia compresa.

Ciò che preoccupa maggiormente, oltre naturalmente all’aumento considerevole riscontrato nelle ultime settimane, è soprattutto che questa variazione del virus sembra prediligere i più giovani.

Lo ha dichiarato Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, durante la conferenza stampa sull’analisi dei dati rilevati dal Monitoraggio Regionale della Cabina di regia.

L’infezione – ha affermato – sta crescendo in molti paesi europei e anche nel contesto italiano. La circolazione del virus è soprattutto nelle fasce più giovani tra 10 e 29 anni”.

Da quanto si è potuto accertare infatti, dati alla mano, “l’età media di chi contrae l’infezione è di 27 anni e la maggioranza dei casi che si sviluppano sono autoctoni, cioè si generano nella stessa regione”.

La Variante Delta ormai è al 95% in Italia con un’età media dei contagiati attestata appunto a 27 anni e a 49 dei ricoverati.

Brusaferro ha però anche evidenziato come la campagna vaccinale, che sta procedendo altrettanto velocemente, costituisca un’arma concreta ed indispensabile per contrastare il virus

“Anche contro la Delta – ha spiegato – il primo e più importante antidoto è completare il ciclo vaccinale. La vaccinazione riduce in modo significativo il rischio di contrarre infezione, di ospedalizzazione e morte e questo vale per tutte le fasce di età e per tutti i vaccini. Da qui l’importanza di completare il ciclo vaccinale, perché il ciclo completo è estremamente efficace nel ridurre anche le possibilità di contrarre l’infezione”.

Allo stato attuale, dunque, nonostante ci sia ancora una grossa fetta della popolazione della fascia d’età compresa fra i 50 e i 60 restia a sottoporsi alla vaccinazione, “il  dato positivo è che i giovani tra i 20-29 anni e 30-39 anni stanno aderendo in maniera importante e questo caratterizza l’Italia nel contesto europeo”.

Insomma il Covid-19 in tutte le sue nuove forme non ha intenzione di darci tregua, nonostante si registri una diminuzione della variante Alfa, una situazione quasi di stallo per la variante Gamma, conosciuta anche come brasiliana, così come anche per la variante Delta si è assistito ad una rallentamento nella crescita dei contagi, rispetto alle scorse settimane. Tuttavia occorre continuare a rispettare tutte le norme in materia di prevenzione e contenimento da coronavirus per non incorrere in criticità che potrebbero celarsi dietro l’angolo.

Necessari e indispensabili anche  “test, quarantena dei contatti e tracciamenti anche nel periodo estivo”, come sottolineato da Gianni Rezza, direttore della Prevenzione nel corso di una conferenza stampa al ministero della Salute.

I casi aumentano ma meno velocemente delle scorse settimane”, ha spiegato. “In Gran Bretagna adesso l’incidenza si è pressoché dimezzata, così come in Olanda. Difficile prevedere cosa accadrà da noi – ha aggiunto – ma vediamo un ritmo di crescita inferiore rispetto a quello delle scorse settimane”. Rezza, a chi gli ha domandato sulla possibilità di una terza dose ha risposto: “Nel giro di un mese bisognerà decidere chi vaccinare e in quali tempi con la terza dose: è una decisione che va meditata bene ma probabilmente le persone più fragili e immunodepresse avranno una terza dose ma non abbiamo ancora deciso quando. Sulla terza dose c’è indecisione perchè non ci sono ancora evidenze forti per poter dire che la faremo a tutti piuttosto che ad alcuni”.

Dunque, la parola d’ordine è, e resta: non abbassare la guardia, in un momento ancora assai delicato per poter sperare in una prossima stagione invernale che non si trasformi nell’ incubo di quella appena trascorsa.

Bianca Di Massa

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