Ha rassegnato le sue dimissioni dall’incarico di direttore sanitario del Covid Hospital di Boscotrecase, Savio Marziani, e assieme a lui hanno lasciato il presidio ospedaliero anche il vicario Adriano De Simone e il primario Antonio Di Cicco.

La decisione è maturata a seguito di una forte contrattura tra sindacati e dirigenza che ha determinato l’abbandono del centro Covid da parte dei tre professionisti.

Un altro violento scossone, dunque, sta facendo traballare il già precario equilibrio dell’Ospedale Sant’Anna e Madonna della Neve, che ha svolto un ruolo determinante nel periodo più buio dell’attuale crisi epidemica con un riassetto organizzativo e strutturale che lo ha portato a essere riqualificato come Centro Covid.

Una risposta diretta e ferma quella di Marziani, alle accuse mosse dalle rappresentanze sanitarie confederali di Cgil, Cisl e Uil insieme alla Fials, che a fine luglio avevano fatto pervenire ai vertici della Asl Napoli 3 un documento nel quale lamentavano incongrue decisioni gestionali, effettuate da Marziani, volte a sminuire il ruolo del presidio”.


Nel documento si parla, infatti di “approssimativi trasferimenti di personale medico e infermieristico, accorpamenti poco funzionali, riduzione delle attività notturne del laboratorio di Patologia clinica ”ottenuti attraverso una “smobilitazione delle attività e un’epurazione del personale “che da anni aveva conoscenza storica delle attività. Il tutto per consentire una gestione personalizzata e indipendente”.

Si è detto “deluso, amareggiato e seccato”, il direttore della struttura ospedaliera che ha risposto alle critiche della missiva con le proprie dimissioni. “Non vorrei – ha tenuto a precisare Marziani – che quel documento sia stato frutto di qualcuno che ha interesse affinché io non continui il mio compito di vigilare, a partire dal servizio ambulanze. C’è un sistema che non ha piacere che la struttura raggiunga il livello voluto dalla direzione”.

E rincarando la dose ha aggiunto “prima che arrivassi l’ospedale era conosciuto come uno dei peggiori d’Italia. Da quando ho iniziato a lavorarci sono cambiate alcune cose. Ho distribuito il carico di lavoro e molto personale storico è andato via. Ho iniziato a far osservare con rigore gli orari di ingresso ed uscita. Ma si sta generando un clima che io e i miei collaboratori non riusciamo a sopportare”.

In attesa che si sbrogli la matassa tutti i ricoveri sono stati sospesi, mentre si attende di conoscere dove potrebbero essere dislocati i 15 pazienti attualmente ricoverati nella struttura ospedaliera.

Filippo Raiola



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