Il Ministero dell’Istruzione, condotto da Patrizio Bianchi, è intervenuto in merito all’invadenza nella sfera della privacy e dei dati sensibili degli alunni riguardo il loro stato vaccinale e di quello delle loro famiglie.

Il Ministero si esprime dopo l’Autorità di controllo Garante della privacy, scrivendo a tutti i Direttori generali ed ai Dirigenti preposti agli uffici scolastici regionali.



Va detto che la scuola è iniziata comunque nella prima decade di settembre, con le relative differenze di partenza nelle diverse Regioni, quindi l’intervento arriva a distanza di quasi un mese. Un po’ in ritardo quindi rispetto al ritorno tra i banchi di scuola dei ragazzi.

In una circolare del Capo Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del 29 settembre 2021, avente come oggetto “Iniziative degli istituti scolastici e del personale docente nell’ambito delle misure di contrasto alla diffusione del virus Sars-Cov-2, volte a conoscere lo stato vaccinale degli studenti e delle rispettive famiglie”, troviamo infatti specificato che: “…è esclusa la legittimità di ogni iniziativa comunque finalizzata all’acquisizione di informazioni relative allo stato vaccinale degli studenti delle Istituzioni scolastiche e delle loro famiglie”.



Nella circolare si cita anche il Garante della privacy e si danno indicazioni ai docenti, quindi si precisa: “Con nota del 23 settembre u.s. il Garante della protezione dei dati personali, alla luce di numerose notizie di stampa e di specifiche segnalazioni e richieste si chiarimenti pervenute allo stesso (scrive il Capo Dipartimento Miur, ndr.) in merito ad iniziative assunte da parte del personale scolastico finalizzate a conoscere, anche indirettamente, lo stato vaccinale degli studenti e delle rispettive famiglie, ha invitato lo scrivente Ministero, anche attraverso le proprie articolazioni territoriali, a chiarire alle Istituzioni scolastiche il quadro normativo vigente, sensibilizzando il personale scolastico in merito ai rischi per i diritti e le libertà degli interessati, alle conseguenze sul piano educativo ed alle relative responsabilità“.

Il Miur scrive ancora: “…Si chiede a ciascun Ufficio scolastico regionale di sensibilizzare il personale delle Istituzioni scolastiche presenti nel territorio di propria competenza circa la necessità di attenersi scrupolosamente alle disposizioni normative attualmente in vigore in materia. Queste infatti NON consentono di conoscere lo stato di vaccinazione da Covid19 degli studenti che, infatti, ai sensi dell’art. 1 del decreto – legge 10 settembre 2021, n. 122 sono esclusi dall’obbligo di esibizione della certificazione verde per accedere alle strutture scolastiche“.




Dunque il Ministero chiarisce anche sul punto riguardante la richiesta del green pass agli studenti che appunto non è affatto previsto né per le scuola primaria, né per la scuola secondaria di primo grado, né per la scuola secondaria di secondo grado.

Va ricordato inoltre che l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, in una lettera inviata al Ministero dell’istruzione, ha avvisato già il 23 settembre che “i docenti non possono chiedere informazioni sullo stato vaccinale degli studenti“.

Il Garante ha ammonito sulle “possibili conseguenze per i minori, anche sul piano educativo, derivanti da simili iniziative”, inoltre ha chiarito e ha ricordato che agli studenti del primo e secondo ciclo di istruzione (a differenza degli universitari) NON è richiesto il possesso e l’esibizione del green pass.

Nel frattempo anche alcune associazioni italiane si sono mosse per tutelare i ragazzi e le loro famiglie.




Ricordo a tal proposito l’esempio del Comitato per la Libertà di Scelta Vaccinale toscano (Cliva), che conta più di tremila famiglie iscritte.

Cliva, a seguito delle numerose richieste che gli sono pervenute, ha inviato una PEC informativa all’Ufficio Regionale Scolastico Toscano, avvisando di inoltrare la stessa mail a tutti gli istituti di scuola superiore di primo e di secondo grado.

“…Per stigma sociale, pregiudizio, ignoranza, psicosi mediatica, alcuni insegnanti – ha scritto Cliva nella missiva – si sono permessi di prendere dati personali sanitari per alzata di mano ed i ragazzi sopra i 12 anni sono stati ridicolizzati, divisi, bullizzati istituzionalmente davanti a tutta la classe per la scelta di non esser stati vaccinati con un siero sperimentale, quello contro il Covid-19, che secondo il Codice di Norimberga MAI dovrebbe implicare l’obbligatorietà, costrizione e ricatto”.

Andrea Ippolito



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