La mattinata del 10 novembre i Carabinieri della Compagnia di Sorrento, dopo i sondaggi effettuati dall’ARPAC con l’ausilio di un escavatore che hanno accertato la presenza di rifiuti speciali, hanno posto sotto sequestro preventivo l’area della discarica del Faito su disposizione della Procura della Repubblica di Torre Annunziata e a seguito di un esposto del WWF Terre del Tirreno.
L’ente Parco dei Monti Lattari è stato nominato custode giudiziario dell’area.
“L’idea della città metropolitana, tanto malsana quanto sbrigativa – racconta Claudio d’Esposito presidente del WWF Terre del Tirreno – scaturita da una conferenza di servizi, era quella di stendere i rifiuti sul sito e, per migliorare l’aspetto estetico, pareggiare la superficie ricoprendola di terreno “… affinché eventuali futuri sversamenti di materiali di risulta, già riscontrati, risultino evidenti e da non confondere con gli inerti accumulati in loco!”. Spalmati al suolo i rifiuti e nascosti sotto il terreno al di sopra si sarebbe creata un’area pic-nic con staccionate e tavolini.”
Eppure quei rifiuti, si era detto in una delle tante conferenza di servizi succedutesi negli anni, avrebbero dovuto viaggiare per oltre 64 km a nord, fino a Melito! In una nota dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale si faceva riferimento ad un nuovo piano di riutilizzo del materiale detritico depositato nel bosco del Faito, quale inerte di sottofondo da utilizzare per la costruzione di una nuova rampa di collegamento tra la S.P. n.500 e la S.P. n.1 nel Comune di Melito in fase di realizzazione da parte della Città Metropolitana di Napoli. Sulla vicenda era intervenuto anche l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Castellammare, scrivendo sia all’Ente Parco che al Comune di Vico Equense per chiedere l’eliminazione della bomba ambientale. Ma alla fine ha prevalso l’idea sbrigativa di “seppellire” il tutto sotto un velo di terra.
L’arrivo dell’arma dei carabinieri ha messo un punto fermo a questa storia che dura da quattro anni!
I rifiuti provenivano da una frana del versante del monte Faito, a seguito degli incendi dell’estate 2017, che con le prime piogge di novembre invase la strada e raggiunse la frazione di Moiano.
Il comune di Vico Equense nel rimuovere la frana in somma urgenza depositò provvisoriamente i cumuli di pietre e terreno all’interno del bosco sulla montagna, nel cuore del Parco Regionale. Il sito da “provvisorio” divenne presto definitivo!
Il WWF, assieme ad altre associazioni, denunciò da subito quella che apparve una vera e propria discarica a cielo aperto nel parco, con la presenza, assieme alle pietre, di cumuli di materiale da risulta e rifiuti pericolosi come l’amianto.
Nel frattempo, tra incontri, conferenze e scambi di corrispondenze tra enti vari, la discarica è rimasta lì, per anni, in bella mostra di turisti ed escursionisti. Per tale motivo una rappresentanza del WWF Terre del Tirreno e dei VAS, assieme ad alcuni abitanti del Faito, nel luglio 2019 era tornata sulla montagna, per protestare contro quella che fu definita la Discarica della Vergogna e denunciare gli sversamenti fuorilegge, ricollocando uno striscione di protesta, già affisso in una nevosa giornata di fine gennaio ma sabotato, dopo pochi giorni, da chi non voleva troppi clamori su questa storia.
Solo nel dicembre 2020, a seguito di un ennesimo esposto del WWF, di un’interrogazione parlamentare del deputato Carmen Di Lauro del movimento 5 Stelle e dell’interessamento diretto del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, un sopralluogo dei tecnici dell’ARPAC accerterà la presenza di rifiuti speciali e pericolosi nel sito!
Non si spiega perché per accertare la presenza di amianto, oltre a materiali edili e da risulta (fotografati nei dossier del WWF e palesemente visibili e riconoscibili da chiunque sappia la differenza tra rocce naturali e mattonelle, tra pietre e mattoni in laterizio, tra terreno e scarificazioni di asfalto, pezzi di marmo, plastiche e quant’altro), si è dovuto attendere per anni l’arrivo dell’ARPAC che finalmente, vista anche la pressione mediatica suscitata dal caso, ne ha confermato la presenza.
Nel marzo di quest’anno (2021) il comune di Vico Equense aveva incaricato la ditta ENCON S.R.L. per la rimozione in somma urgenza dei rifiuti e, a maggio, ne aveva comunicato lo smaltimento.
L’ultimo atto è stata una nota della Città Metropolitana di Napoli del 28 ottobre 2021 che comunicava alla Regione Campania, al Comune, all’Ente Parco e ad altri enti che, avendo accertato l’avvenuto smaltimento dei rifiuti nell’area adiacente al campo sportivo nel bosco del Faito, e avendo la Regione Campania redatto un’apposita Valutazione di Incidenza che riteneva le opere compatibili (redatta da un geologo e un ingegnere!), in data 3 novembre 2021 si sarebbe dato il via ai lavori di stendimento del materiale e copertura con terreno, per realizzarvi un’area pic-nic con due tavoli e quattro panche.
Tuttavia il WWF documentava la persistenza nel sito di materiale da risulta e l’inizio dei lavori prima della data comunicata da Città Metropolitana. Inoltre l’associazione del panda denunciava l’assenza del parere e del nulla osta dell’ente parco (delegato dalla Regione Campania alla gestione dei Siti di Interesse Comunitari) necessari essendo la discarica in area SIC e all’interno del parco regionale, oltre a non attendibilità della stessa Valutazione d’Incidenza (che va redatta da professionisti con conoscenze ed esperienze riguardante gli habitat e le specie di cui alle direttive 92/43/Cee e 2009/147/Ce, quali agronomi, laureati in scienze ambientali, scienze forestali e scienze naturali).
“Il Faito è divenuta ormai la montagna simbolo del Parco Regionale dei Monti Lattari, si affaccia sulla Costa d’Amalfi e Sorrento, con vista sul Vesuvio e Golfo di Napoli, uno dei posti più belli della Campania che andrebbe tutelato e non usato come discarica – spiega Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno – Con lo sversamento di tonnellate di pietre, miste a materiali edili da risulta e rifiuti vari, le piante del sottobosco sono state letteralmente sepolte! L’habitat alterato ormai da lungo tempo ha compromesso assieme alla flora vascolare spontanea, erbacea ed arbustiva, anche la microfauna rappresentata da invertebrati, insetti, rettili, anfibi e piccoli mammiferi. Perché, è bene ribadirlo, qui non stiamo parlando dell’area di sosta di un cantiere, ma di un soprassuolo boschivo di un parco naturale protetto compreso in un Sito di Interesse Comunitario.
Il sequestro operato dai Carabinieri, su disposizione della Procura di Torre Annunziata diretta dal Procuratore Nunzio Fragliasso, ci restituisce una speranza nell’accertamento delle responsabilità. Con il WWF continueremo a seguire la vicenda, anche a nome di chi ha combattuto con noi questa battaglia, chiedendo la bonifica del sito deturpato e l’individuazione e punizione dei responsabili della discarica nel bosco che ha causato, in questi anni, un grave impatto sulle componenti ecologiche ed ecosistemiche del Faito.”
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