L’epicondilite laterale, detta anche gomito del tennista, è un disturbo che interviene sui tendini attaccati agli epicondili laterali (o esterni), che infiammandosi danno vita a stress articolari maggiori.
Questa infiammazione influisce in maniera determinante o meno sulle prestazioni di chi gioca a tennis, per questo ed altri motivi, controllare la racchetta può farci evitare l’epicondilite, nonché altre problematiche.
Informarci su alcune cose da tener conto riguardo lo stato di usura della nostra racchetta da tennis è fondamentale per prevenire eventuali stress articolari o cose peggiori come malattie croniche.
Bisogna soprattutto capire quando è il momento di cambiare la propria racchetta, questo per evitare possibili malattie come l’epicondilite e/o posticipare il più possibile eventuali stress articolari di minore entità, ma comunque fastidiosi.
Il gomito del tennista si può sviluppare anche perché il giocatore di tennis, in genere gli amatori e chi ha meno esperienza, afferra la racchetta stringendola con eccessiva pressione.
Ma anche avere un impugnatura lontana dal modelli biomeccanici di riferimento, con il passare del tempo può portare a danni cronici.
Le infiammazioni possono derivare anche dall’utilizzo di corde eccessivamente tese, rigide e non adatte alla tipologia di giocatore che le richiede inconsapevolmente.
Danni articolari e tendinei possono insorgere anche quando non ci si rende conto delle lesioni strutturali che può aver subito il nostro telaio.
Capire quando e perché cambiare telaio
Per prima cosa, come accennato sopra, dobbiamo domandarci se le racchette che utilizziamo sono adeguate al nostro fisico, quindi dobbiamo considerare anche il loro peso e le loro condizioni strutturali, non solo, dobbiamo avere come parametro di valutazione anche le corde che utilizziamo abitualmente.
Se una racchetta pesa 320/340 grammi (senza le corde!) e noi siamo degli amatori dovremmo porci delle domande:
- se questa tipologia di telaio viene utilizzato da tennisti agonisti che si allenano anche 4/5 ore al giorno, potrà essere funzionale per un amatore?
- Come è possibile raggiungere un’adeguata prestazione fisica se dobbiamo gestire un peso (quello della racchetta con le corde) che il nostro corpo dopo 30 minuti potrebbe non sostenere più a dovere?
- Riusciremo ad esprimere una corretta velocità esecutiva e biomeccanica dei colpi, se per spostare una massa di 320/340 grammi si necessita di un tono muscolare ed un’abitudine alla fatica che va ben oltre i nostri mezzi?
Ricordiamo e teniamo sempre conto inoltre che il telaio della racchetta va incontro a impatti violenti con la pallina, impatti continui e ripetuti.
La pressione e le vibrazioni che vengono esercitate sulla muscolatura e sulle articolazioni durante il gioco potrebbero sembrare differenti tra agonisti e amatori, ma non sempre è così.
Un tennista amatore potrebbe pensare che, non avendo la forza e la preparazione di un agonista, possa risultare protetto da vibrazioni e stress articolari. Niente di più sbagliato!
Un amatore che gioca regolarmente a tennis, ma anche chi pratica l’attività solo una volta la settimana, va incontro, in proporzione e con le dovute differenze strutturali, alle stesse tipologie di forze che interagiscono durante l’impatto del gioco di un tennista agonista.
Pertanto utilizzare una racchetta per tanti anni e custodirla gelosamente, pensando che sia ancora integra, è un lusso che non ci si può permettere.
Dalle caratteristiche del giocatore però deriva anche la durata del telaio: un amatore potrà felicemente dire che le fibre che costituiscono la sua racchetta dureranno a lungo, ma lo stesso non varrà per un tennista agonista (con le dovute differenze in base al livello), il quale vedrà svanire nel breve tempo, 8 mesi/1 anno, le illusioni di avere un telaio integro nel lungo periodo.
Anche le innumerevoli incordature alle quali va incontro una racchetta contribuiscono alla sua durata nel tempo: un agonista incorderà molto più spesso di un amatore, le conseguenze sono deducibili…
Spendere anche più di 90/100 euro per una racchetta nuova, che poi equivale a circa 6/8 euro al mese per un anno, ci può garantire nel lungo periodo continuità nel gioco e freschezza muscolare.
Curarsi l’epicondilite, invece, costa molto di più, quindi stiamo sempre attenti alle condizioni della nostra racchetta e delle nostre corde.
Leggere anche: Prevenire nel tennis ed evitare il più possibile infortuni e stress articolari.
Andrea Ippolito