Napoli strapazzato dal Barcellona dal primo all’ultimo minuto di un match di ritorno che è stato un enorme supplizio per i partenopei, eliminati dall’Europa League più che meritatamente; o meglio, meritata la sconfitta stasera, ma comunque non si può non sottolineare la partita di una settimana fa.

Fatto sta che stasera il Napoli è stato disastroso, impacciato nel gioco, sempre nella morsa di un Barcellona che sembra cambiato solo in una settimana.



Fin dall’inizio il Napoli prende rischi nelle retrovie per via del gran pressing catalano e si capisce dopo 3 minuti che per conquistare il passaggio del turno bisognerà sudare più del dovuto, cosa che il Napoli non ha fatto, proprio a causa del continuo dominio blaugrana.

E all’ottavo minuto il Barça va avanti con un contropiede concluso da Jordi Alba servito da Traorè, sul quale ci sono ben tre errori da matita rossa: innanzitutto, ad aprire il contropiede è un calcio d’angolo calciato malissimo da Insigne, una volta a centrocampo Traorè andava fermato, anche a costo del cartellino, inoltre Jordi Alba è completamente solo al momento del tiro. Ben tre errori, gol evitabilissimo.

Al minuto 10 come previsto il boato del Maradona ma anche del settore ospiti per tributare il più grande di tutti i tempi: D10S, che probabilmente, e anche stranamente, stasera ha fatto il tifo per il Barcellona.



Poco dopo un altro errore madornale regala al Barcellona il gol del raddoppio: Rrahmani non disinnesca alla grande un rinvio lungo di Ter Stegen, lanciando Frankie De Jong verso la porta, il quale è smarcato come non mai. Ma a parte l’errore di marcatura del Napoli, va reso onore all’olandese, che ha disegnato una parabola a girare di rara fattura e bellezza. Dopo 13 minuti i partenopei devono già rincorrere sotto di due reti.

Non cambia tanto, il Napoli non si sveglia, il Barcellona continua a giocare con un ritmo costante e assillante, togliendo il respiro agli azzurri, che procedono a un ritmo di due errori al minuto. Questo il canovaccio del resto di primo tempo: errore del Napoli, una dozzina di passaggi veloci del Barcellona, tiro sul fondo e si riparte. Il Napoli riesce a segnare al minuto 23, su un calcio di rigore trasformato da Insigne, ma cambia ben poco, perché a tenere in mano il pallino del gioco è ancora la formazione di Xavi, che continua a infierire sul Napoli.

E quando il Napoli già inizia a pensare a come affrontare il -1 di vantaggio nella ripresa, ecco che il Barcellona al minuto 44 si riporta avanti di due lunghezze: segna Piquè, fino a quel momento e ovviamente anche oltre sontuoso. Sinistro che bacia il palo e si infila in rete.

Nella seconda frazione sembra un Napoli un po’ più sveglio, più deciso, ma comunque poco incisivo. E il Barcellona appena ha palla al piede approfitta per mettere il lucchetto sulla qualificazione.



Quando il cronometro segna 59 giri di lancette, il Barça cala il poker con Aubameyang, dopo un’azione fantastica, ricca di passaggi, che d’altronde contraddistinguono il gioco dei catalani, fino al meraviglioso tiro sotto l’incrocio dei pali del gabonese, sul quale lo sfortunato Meret non può fare altro se non ammirare la prodezza.

Come è giusto che sia, i catalani staccano la spina, per la qualificazione è ormai fatta, e ovviamente il ritmo del match cala e si riduce a qualche occasione poco rilevante da una parte e dall’altra. All’86’ Politano segna recuperando una palla in area di rigore, ma è solo un illusione. Nonostante un disperato assalto, finisce 2-4 per il Barcellona.

Napoli brutto, bruttissimo, inguardabile, ma fermiamoci un attimo a guardare cosa ha fatto il Barcellona: sono superiori e ce lo hanno dimostrato con 90 minuti di puro calcio. Resta solo il campionato per il Napoli, vedremo se gli azzurri ingraneranno e lotteranno per l’unica cosa grande che è rimasta possibile. Ma questa sera non si può neanche incolpare il Napoli. Barcellona di un altro pianeta.

Giuseppe Garofalo



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