Il dramma lavoro continua a monopolizzare l’agenda politica e istituzionale di Castellammare di Stabia. Una patata bollente, finita direttamente nelle mani della triade commissariale anticamorra, insediatasi a fine febbraio a Palazzo Farnese. Le emergenze riguardano Terme, Fincantieri ed ex Meridbulloni.

Nel primo caso in città sono state raccolte migliaia firme, inviate poi alle istituzioni locali e superiori, per chiedere la riapertura della struttura termale e il reintegro dei circa 100 lavoratori licenziati dopo il fallimento della partecipata Terme di Stabia spa, avvenuta nell’ormai lontano 2016. Per quanto riguarda invece Fincantieri, nei giorni scorsi i commissari prefettizi hanno incontrato i vertici aziendali per mettere a punto un piano di rilancio dello stabilimento.



città delle acque termeCastellammare: “Riapriamo le Terme”

Ma procediamo con ordine nel nostro racconto partendo dalle Terme. La petizione “Riapriamo le Terme” ha raccolto in pochi giorni centinaia di firme. Tra queste, anche quelle di decine di lavoratori rimasti disoccupati. “Le Terme di Stabia sono un patrimonio culturale – si legge nella lettera inviata al prefetto Raffaele Cannizzaro – in quanto identitarie della città delle acque, con le sorgenti apprezzate fin dall’antichità e conosciute e studiate da più di 150 anni. I parchi delle Terme di Stabia sono spazi verdi e polmoni di aria per la città. Sconosciuti alle nuove generazioni e negati a tutti quelli che ne ricordano lo splendore. Chiediamo pertanto – continua la missiva – di procedere al riassetto di tutta la problematica delle sorgenti e degli impianti delle Terme di Stabia iniziando da subito a riaprirne al pubblico gli spazi verdi”.




La visita dei prefetti a Fincantieri

Cannizzaro ha poi incontrato i rappresentanti nazionali e locali di Fincantieri. Nel corso del vertice sono state approfondite le tematiche essenziali per lo sviluppo degli stabilimenti. Parliamo della manodopera, delle aree portuali, con particolare riguardo ai futuri investimenti e al potenziamento dei cantieri, nonché al progetto del nuovo sistema di costruzione /varo. Un piano di intervento che è stimato sui 100 milioni di euro e ha bisogno di una partnership tra governo, regione Campania e Fincantieri. Ma ovviamente decisivo anche il ruolo del Comune, soprattutto in relazione al Piano Urbanistico Comunale (Puc) ed alla viabilità pubblica per l’accesso agli stabilimenti. Successivamente i dirigenti Fincantieri hanno accompagnato la commissione, guidata dal prefetto Raffaele Cannizzaro, ad una visita diretta delle aree portuali in uso allo stabilimento, prendendo visione delle diverse fasi e dei reparti di lavorazione dei cantieri navali.



Il caso degli ex Meridbulloni

Sulla questione ex Meridbulloni, infine, pesano i circa 40 operai fuoriusciti dall’azienda. Questi ultimi non hanno seguito i colleghi alla nuova impresa di Alessandro Vescovini. Il piano dell’imprenditore prevede la realizzazione di un nuovo stabilimento ad Acerra. Per loro i sindacati stanno conducendo la battaglia investendo direttamente la Regione Campania affinché si trovi al più presto una soluzione. L’obiettivo sarebbe quello di “legare” gli ex dipendenti all’area di corso Alcide De Gasperi per futuri investimenti che dovessero arrivare.



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