A Castellammare di Stabia il ricorso al Tar sullo scioglimento del consiglio comunale, per presunte infiltrazioni camorristiche, spacca il centrodestra e l’ex maggioranza. E’ scontro frontale all’interno di Forza Italia, con il gruppo vicino al parlamentare Antonio Pentangelo che rifiuta di firmare l’atto legale promosso dai fedelissimi dell’ex sindaco Gaetano Cimmino, aprendo di fatto una crisi interna alla coalizione.
Castellammare: chi ha detto “no” al ricorso
Hanno detto no al ricorso, tra gli altri, Vincenzo Ungaro (ex presidente dell’assise cittadina) e Annamaria Maiello, oltre agli ex assessori Sabrina Di Gennaro e Antonella Esposito. Tra i contrari anche Alfonso Lucarelli, consigliere uscente e ritenuto fedelissimo di Pentangelo. Si avvicinano invece al gruppo di Cimmino i rappresentanti forzisti legati a Fulvio Martusciello (coordinatore vicario del partito di Berlusconi) e della capogruppo regionale Annarita Patriarca.
Via libera dagli assessori tecnici e politici
Hanno firmato infatti il ricorso al Tar Lazio (oltre ai consiglieri di maggioranza azzurri) anche gli ex assessori tecnici Gianpaolo Scafarto, Fulvio Calì, Giovanni Russo e Diana Carosella. E poi gli assessori “politici” Antonio Cimmino, Amedeo Di Nardo e Maria Romano e all’ex consigliera Vincenza Maresca, avvicinatasi da settimane al gruppo Martusciello – Patriarca.
Nuova fase per il centrodestra stabiese
Presenti alla convocazione anche l’Udc (con Barbara Di Maio e Giulio Morlino) e Fratelli d’Italia, rappresentato dall’ex consigliere Ernesto Sica. Il mandato per il ricorso è stato affidato all’avvocato Angelo Clarizia, amministrativista molto noto del foro romano. Questo episodio tuttavia apre una nuova ed intensa fase di discussione all’interno del centrodestra stabiese.