Aniello Vicedomini morì per una crisi respiratoria, i pm chiedono l’archiviazione dell’inchiesta. I familiari: “Vogliamo la verità”

Aniello Vicedomini, affetto da fibrosi polmonare, è deceduto in pochi minuti. Dal triage dell’ospedale Cardarelli di Napoli al padiglione della Pneumologia dove era giunto con un’ambulanza

“Vogliamo la verità”: è l’appello dei familiari di Aniello Vicedomini, 68enne originario di Casola di Napoli morto lo scorso 30 luglio per una crisi respiratoria. Il nipote Michele, insieme ai figli della vittima, si sono opposti alla richiesta di archiviazione firmata dal pm della procura di Napoli, Stella Castaldo. “Si sa come è morto nostro zio – afferma il nipote Michele Inserra – per arresto cardiorespiratorio. Ma non si sa perché è deceduto. Dopo oltre otto mesi il pm liquida in cinque pagine la fine tragica di una esistenza. Ma noi non ci arrendiamo e andremo fino in fondo per capire bene cosa sia successo”.



aniello vicedomini casola di napoliIl caso della morte di Aniello Vicedomini

Aniello Vicedomini, affetto da fibrosi polmonare, è deceduto in pochi minuti. Dal triage dell’ospedale Cardarelli di Napoli al padiglione della Pneumologia dove era giunto con un’ambulanza. Eppure per l’ospedale San Leonardo di Castellammare, dove il 68enne era stato portato per il primo soccorso, il paziente non era in condizioni gravi ed è sempre stato vigile (la saturazione dell’ossigeno nel sangue era pari al 94%, come risulta dagli atti).

Tutti i dubbi dell’inchiesta

“Le condizioni dello stesso all’atto dell’arrivo all’ospedale di Castellammare erano già gravi”, scrive il pm. Una versione che viene però respinta dai familiari della vittima. “Una relazione della struttura sanitaria stabiese – continua Inserra – evidenzia che il paziente non era in condizioni critiche”. Inoltre la giunta regionale della Campania spiegò che “la direzione sanitaria d’ospedale San Leonardo aveva avviato in merito un’indagine interna. Da tale indagine emerge che il paziente, affetto da fibrosi polmonare ed insufficienza renale, durante il tragitto non ha manifestato problemi e non necessitava di ventilazione forzata ma solo di somministrazione di ossigeno per cui gli è stato applicato il sensore fisso per il monitoraggio continuo del livello di ossigeno nel sangue”.




Cosa è accaduto durante il trasporto?

Se durante il tragitto verso il Cardarelli il paziente non era in condizioni critiche, si chiedono i familiari, allora cosa è accaduto durante il trasporto dal triage del Cardarelli al reparto di pneumologia? Ma non è tutto. “La bombola d’ossigeno che ‘alimentava’ Vicedomini e prontamente sequestrata dalla polizia non è sottoposta a perizia – continua il racconto dei parenti, difesi dall’avvocato Pasquale Striano – dopo che abbiamo sospettato sul buon funzionamento della stessa o che addirittura fosse carente di ossigeno.

I lati oscuri della vicenda di Aniello Vicedomini

Inoltre non corrisponde al vero che il medico dell’ambulanza dell’ospedale di Castellammare, così come l’infermiere, “avevano notato che il paziente era in carenza di ossigeno e se ne era aumentato il flusso”. Siamo stati noi familiari a far presente ciò e a chiedere, vanamente, una nuova bombola visto che sospettavamo anomalie su quella in uso”. Sul caso insomma restano diversi lati oscuri. I familiari hanno presentato opposizione. L’udienza è fissata per il 23 giugno.






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