Il termine gira da anni, da quando anche il mondo della finanza si è dovuto adeguare ai cambiamenti radicali in corso e prendere le contromisure guardando con attenzione anche al futuro, e non soltanto al guadagno nell’immediato. Ad allora si sente parlare in ogni ambito di investimenti sostenibili, termine con il quale si va ad indicare investire su aziende che abbiano messo in pratica un iter virtuoso di produzione, che si prenda cura anche del futuro del pianeta e che faccia ricorso a tecnologie di ultima generazione o materiali particolarmente rispettosi dell’ambiente.
In sostanza tutto quello che guarda il business da un’ottica differente, non mettendo necessariamente al primo posto il profitto ma mantenendo alta l’attenzione sulla sopravvivenza del pianeta e delle sue risorse, può essere incluso nella definizione di investimenti sostenibili, come riporta anche il sito https://www.investirefacile.net/.
Un termine come si diceva spesso abusato al punto che proprio in queste settimane si stanno studiando criteri molto più stringenti per far sì che un investimento finanziario possa definirsi a tutti gli effetti sostenibile. Incaricato di circoscrivere questi nuovi parametri è l’Efrag ovvero organismo di diritto privato della UE che si occupa di armonizzare il mercato finanziario europeo in termini di sostenibilità.
Nuove definizioni all’orizzonte
Secondo quanto riportato, la consultazione pubblica terminerà a inizio agosto e a partire da quella data saranno adottate nuove regole per favorire l’adozione di una nuova regolamentazione a livello di Unione Europea che diventerà poi effettiva a partire dal prossimo anno, quindi dal 2023.
Quello che dovrebbe attuarsi sarà un giro di vite per far sì che le attenzioni da mettere in atto per tutelare tutte le risorse ambientali o per affrontare le diverse tematiche a livello ambientale siano sempre maggiori. Una realtà produttiva, in sostanza, dovrà spiegare in modo dettagliato qual è il suo iter procedurale e quali sono le accortezze per l’ambiente che mette in atto al fine di essere considerata sostenibile: in che modo quindi affronta il delicato tema dei cambiamenti climatici? E quali misure mette in campo per limitare la dispersione di risorse idriche o per incentivare il riutilizzo di risorse tramite economia circolare?
Tutto questo dovrà essere maggiormente esplicato grazie ad una legislazione pi stringente, che riguarderà da vicino le aziende ma che, come ovvio che sia, avrà poi un ricasco diretto sull’economia a livello di finanza, visto che gli investitori avranno un quadro diversi di investimenti sostenibili.
Un concetto che parte da una definizione piuttosto semplice, fornita dalla Commissione delle Nazioni Unite in passato, ovvero sviluppo sostenibile come tutto ciò che “soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”.
Una necessità più che mai sentita in questa particolare fase storica che stiamo vivendo a livello globale, con le risorse che iniziano a scarseggiare (comprese quelle vitali, come l’acqua, sempre più merce rara in alcuni paesi del mondo) o che sono al centro di guerre e giochi di potere per metterci sopra le mani.