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Era Giovanni De Pascale il vero obiettivo dell’agguato di venerdì sera, avvenuto a pochi metri dal Comune di Castellammare di Stabia. Secondo quanto emerso dalle indagini, nel mirino del killer c’era il 19enne stabiese, con piccoli precedenti alle spalle. A farne le spese è stata però una ragazza di 23 anni, che è rimasta ferita alla gamba destra da un colpo di pistola, indirizzato invece proprio a De Pascale. Sulla vicenda indagano gli agenti di polizia del locale commissariato, agli ordini del primo dirigente Amalia Sorrentino e del vicequestore Manuela Marafioti.

Castellammare, la dinamica dell’agguato di venerdì

Alla polizia, intervenuta a piazza Giovanni XXIII subito dopo il raid armato De Pascale ha raccontato che stava passeggiando in compagnia di alcuni amici quando – erano da poco passate le 22.30 – improvvisamente è stato raggiunto da una persona in sella ad uno scooter che ha esploso diversi colpi di arma da fuoco al suo indirizzo (almeno 4, secondo i primi rilievi delle forze dell’ordine), uno dei quali lo ha colpito di striscio al piede destro. E’ andata peggio invece alla ragazza di 23 anni che si trovava nei paraggi che, colpita alla gamba, è stata trasportata all’ospedale San Leonardo di Castellammare dove ha ricevuto i primi soccorsi.

Frattura della tibia per la 23enne

La giovane ha riportato la frattura della tibia. La prognosi per lei è riservata, e non si esclude possa essere sottoposta a intervento chirurgico, ma non è in pericolo di vita. La 23enne era appena uscita da una pizzeria del posto, dove aveva trascorso la serata in compagnia di alcuni amici. L’episodio ha fatto crescere la tensione e l’allarme nella città stabiese. Tutto è infatti accaduto nel cuore della movida di Castellammare, davanti a decine di persone che sono scappate appena hanno sentito i colpi di pistola.

De Raho: “Bisogna che lo Stato sia presente con molte forze”

Sulla vicenda è intervenuto anche Federico Cafiero De Raho, ex procuratore nazionale Antimafia, di recente a Castellammare per delle iniziative a difesa della legalità. “A Castellammare ci sono, come ovunque, tantissime persone perbene che vogliono cambiare – afferma – Bisogna che lo Stato sia presente con molte forze, che ci sia un controllo straordinario del territorio così come le persone perbene chiedono. Questo probabilmente può essere il primo passaggio per un recupero totale”. De Raho ha sottolineato inoltre la necessità “di espugnare le fortezze dove le famiglie camorristche risiedono da oltre 50 anni. Questo è fondamentale anche per dare un segnale che effettivamente si vuole cambiare”.

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