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Duplice omicidio di Ponticelli, nella periferia di Napoli: le forze dell’ordine hanno ritrovato l’arma utilizzata per il raid. Le autorità sono giunte alla pistola tramite le indicazioni fornite da Antonio Pipolo, il 27enne che avrebbe premuto il grilletto. Nella mattinata di oggi la Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Napoli ha confermato, oltre al ritrovamento dell’arma “verosimilmente” utilizzata per il duplice omicidio, anche l’esecuzione del decreto di fermo per Pipolo.

Duplice omicidio di Ponticelli, ritrovata l’arma usata per l’agguato

Il giovane si era costituito poche ore dopo l’agguato avvenuto in via Eugenio Montale. Indagini-lampo, quindi, per il duplice omicidio di Ponticelli, culminate con il ritrovamento dell’arma. A eseguire il fermo la squadra mobile del capoluogo partenopeo ed il Reparto Operativo – Nucleo Investigativo dei carabinieri di Napoli. Antonio Pipolo è accusato di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco e di duplice omicidio.

Il 27enne, legato al clan De Micco-De Martino del quartiere di Ponticelli, si è presentato ieri mattina presso la Procura della Repubblica di Napoli. L’uomo ha reso dichiarazioni in merito alla sua responsabilità in ordine al duplice omicidio di Carlo Esposito, anch’egli legato al clan, e Antimo Imperatore, vittima innocente che stava effettuando dei lavori nell’appartamento di Esposito, maturato nell’ambito di conflittualità interne al citato sodalizio criminale, presumibilmente per motivi economici.

La fiaccolata organizzata da Libera

Ieri, intanto, nel quartiere Ponticelli Libera aveva organizzato una fiaccolata in segno di solidarietà alla famiglia dell’operaio ucciso. Circa duecento persone in strada nel rione “Fiat”. Sul quotidiano “Il Mattino” di oggi le dichiarazioni della vedova di Esposito, che ha parlato agli organizzatori: “Ve ne dovete andare, che siete venuti a fare qui? Mio marito non è stato ucciso per camorra. La fiaccolata è stata organizzata contro la camorra? E di qui non deve passare perché l’omicidio di mio marito non c’entra nulla con la criminalità. È vero che questo è il quartiere dei De Micco, qua siamo tutti amici, ma mio marito è stato ucciso da un tossicodipendente spostato con la testa”.

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