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Sequestri al Wolf Garden di Pompei in via Civita Giuliana, questi i dettagli e i retroscena dell’inchiesta condotta dalla Procura e dalla polizia. Il locale era già salito alla ribalta della cronaca nera di Pompei per la sanguinaria “festa delle matricole” dell’8 ottobre 2021. Una festa che sfiorò la tragedia. Ma l’attenzione degli inquirenti sull’intera attività imprenditoriale di Pompei, in realtà, si è notevolmente intensificata soltanto l’anno dopo.

Tragedia sfiorata a Pompei: maxi festa di studenti finisce a coltellate. Costituitosi l’aggressore

A giugno del 2022, infatti, dopo l’inquietante episodio sanguinario, lo stesso locale di Pompei ospitò un secondo “Mak π” prima della fine dell’anno scolastico: la festa fu organizzata dai rappresentanti studenteschi di un Istituto Superiore con sede a Castellammare di Stabia. I giovani, per il fitto del locale, versarono ai proprietari circa 500 euro.

Sequestri al Wolf Garden di Pompei: tutti i dettagli e i retroscena dell’inchiesta

Fu tuttavia la seconda festa studentesca – pagata 500 euro per il solo fitto più una quota pro capite per il ticket d’ingresso – a inasprire l’attenzione dei poliziotti di Pompei – diretti dal vicequestore Antonella Palumbo – e dei magistrati della Procura di Torre Annunziata, che ieri hanno spiccato un provvedimento di sequestro preventivo, che ha colpito la piscina del locale – inaugurata nell’estate del 2022 – e una “camminata con gradoni” (così come si apprende da fonti vicine agli inquirenti ndr) che risulterebbero totalmente abusivi.

Opere “realizzate in assenza del permesso di costruire, delle autorizzazioni sismiche paesaggistiche della soprintendenza archeologica”. Inoltre, anche il Comune di Pompei avrebbe provveduto – nel corso del 2022 – a firmare alcune diffide per motivi di sicurezza contro l’organizzazione di party al “Wolf Garden” di via Civita Giuliana.

Il provvedimento di sequestro

Il provvedimento di sequestro “necessario al fine di impedire l’aggravamento delle conseguenze dei reati posti in essere in spregio della morfologia del territorio” si legge in un comunicato ufficiale firmato ieri dal procuratore Nunzio Fragliasso, sequestro eseguito invece dai poliziotti e dai vigili urbani di Pompei – è stato notificato a 3 persone: le proprietarie del vasto terreno con piscina in cui – secondo l’accusa – continuavano a svolgersi feste potenzialmente pericolose soprattutto per la sicurezza dei giovani di Pompei e della città limitrofe.

La festa delle matricole

La Procura della repubblica Torre Annunziata ha nel frattempo già chiesto il giudizio immediato per il presunto responsabile della “festa delle matricole” finita nel sangue, era l’8 ottobre 2021, al Wolf Garden di Pompei. L’imputato è giovanissimo, ha 16 anni. Si tratta di V.R., lo studente di Castellammare che nella notte tra l’8 e il 9 ottobre scorsi accoltellò quasi ammazzandolo un altro ragazzo. La vittima della folle aggressione era un 19enne di Agerola. A seguito delle varie coltellate subite nei giardini del Wolfgarden, il 19enne di Agerola lottò per più di una settimana tra la vita e la morte in un letto dell’ospedale Loreto Mare: colpito da cinque coltellate inferte alle spalle tra l’addome, le gambe e l’arteria femorale, la vittima, dopo aver subito tre interventi chirurgici, fu dichiarato fuori pericolo dai medici.

“Non volevo ucciderlo. Volevo solo fargli del male”

Ad accoltellarlo quasi a morte, durante la “festa” di Pompei, secondo l’accusa fu V.R., il 16enne ora imputato con l’accusa di tentato omicidio. Sarebbero schiaccianti le prove a suo carico raccolte all’esito di una certosina inchiesta condotta dal sostituto procuratore del Tribunale per i minorenni di Napoli, Ugo Miraglia. “Non volevo ucciderlo. Volevo solo fargli del male” ha già spiegato ai giudici – durante un primo interrogatorio di garanzia – il giovane accoltellatore.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, l’aggressore conosceva bene la vittima. I due ragazzi frequentavano la stessa scuola. Molto probabilmente, l’aggressione avrebbe rappresentato una vendetta. Dietro il tentato omicidio, ci sarebbe una vecchia vicenda di bullismo vissuta tra i banchi di scuola. Nel 2019 V.R. – il 16enne ora accusato di tentato omicidio – avrebbe bullizzato la sua vittima. La vicenda, due anni fa, avrebbe coinvolto anche una professoressa.

Salvatore Piro

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