pompei cardiologo indagato violenza sessuale

Violenza sessuale, palpeggiamenti e molestie nei confronti delle proprie pazienti: indagato medico cardiologo di Pompei. Per lui è scattato il divieto di esercitare la professione medica per 12 mesi. Le indagini, partite dalla denuncia di una paziente, sono state effettuate dagli agenti del commissariato di Ps di Pompei, coordinati dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Il cardiologo è destinatario di un’ordinanza di misura interdittiva emessa dal gip oplontino.

Violenza sessuale contro le pazienti, indagato cardiologo dell’Asl di Pompei: numerosi i casi documentati

Come già accennato, l’inchiesta è partita dalla denuncia presentata da una delle pazienti del cardiologo. La donna ha raccontato agli inquirenti di aver subìto palpeggiamenti e molestie di vario genere nel corso di una visita medica effettuata in una struttura pubblica. Dagli accertamenti è emerso che il medico avrebbe “posto in essere reiteratamente, nei confronti di una pluralità di pazienti di sesso femminile, condotte analoghe a quelle denunciate, anche in epoca recente”.

Le intercettazioni ambientali audiovisive

Il cardiologo è stato filmato grazie ad intercettazioni ambientali audiovisive. Inoltre sono state ascoltate altre pazienti: ciò ha permesso agli inquirenti di cristallizzare, in un breve arco temporale, numerose visite mediche “particolari”. Sono stati registrati episodi di abusi sessuali consistenti in palpeggiamenti del seno, dell’inguine e di altre zone intime. Atti sessuali “artatamente mascherati e dissimulati nell’ambito dell’ordinaria attività di diagnosi medica”.

“La sua personale riserva di caccia”

Alcune vittime, stando a quanto comunicato dalla Procura, preoccupate per la visita medica in atto e fiduciose nella professionalità del sanitario, non si sarebbero nemmeno rese conto delle palpazioni e dei toccamenti impropri del medico. Il cardiologo, insomma, avrebbe agito “sfruttando la posizione di inferiorità psicologica delle vittime”. I filmati acquisiti sono così stati sottoposti ad un’ulteriori analisi tecnica da parte di un consulente medico incaricato.

La consulenza ha suffragato l’ipotesi dell’accusa, evidenziando pratiche del tutto avulse dalle ordinarie prassi diagnostiche e comportamenti completamente diversi in base all’età ed al sesso dei pazienti. “Si tratta di fatti seriali – ha scritto il gip nel provvedimento – commessi con spregiudicatezza ed abilità. L’indagato considera le sue pazienti come una sorta di personale riserva di caccia sulla quale dar sfogo alle sue pulsioni sessuali”.

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