Il giorno dei giorni, questo è il 22 ottobre a Torre Annunziata, una data che accarezza il cuore dei Torresi e di tutti coloro che sono devoti alla Protettrice di questa città, martoriata da mille problemi eppure in questo giorno ama solo stare accanto alla sua Madonna della neve.

Proprio oggi 22 ottobre 2022 ricorre il duecentesimo anniversario di questa festa voluta dal popolo e sancita dall’amministrazione di quell’epoca. Il Vesuvio in quei giorni cominciava a dare preoccupanti segnali con terremoti ed altri fenomeni che facevano intimorire il popolo, ma il peggio doveva ancora venire.

All’alba del 22 il cielo si oscurò tanto da togliere la luce del sole alla città, cenere e lapilli rendevano vano persino le fiamme di candele che la gente si premurava di accendere. Cosa fare? Questo era ciò che il popolo si chiedeva e senza por tempo in mezzo la folla si recò impaurita nella Chiesa dell’Annunziata dove era custodita la Sacra Icona della Madonna della neve. A quel punto il sacerdote don Rocco Baly fece sì che i pescatori prendessero il quadro della Madonna col Bambino ed in solenne processione la portassero in piazza Ernesto Cesaro.

Verso mezzogiorno, le preghiere arrivarono in Cielo e la cappa nera di ceneri aprì un varco facendo passare un raggio di sole che si posò sull’Icona della Madonna della neve… Torre Annunziata fu salva ancora una volta grazie alla sua protettrice.

Oggi dopo due anni dalla pandemia e duecento anni dal miracolo s’è ripetuta la processione della Madonna della neve, sul suo trono portato a spalla dai suoi pescatori. Doveva essere una festa minima, senza luminarie né concerti e con poche bancarelle… è stata invece la grande festa dei Torresi e non solo. Da Eboli al napoletano sono accorsi tanti fedeli a questo enorme corteo e si stima che in ampiamente oltre centomila abbiano gonfiato le strade della città, dimostrando il loro amore verso la loro Madre Celeste che non ha bisogno di luminarie né d’altro se non dell’amore dei suoi figli.

Dopo la cerimonia religiosa in Basilica Pontificia ufficiata dal vescovo di Nola e tanti sacerdoti, il corteo è andato al porto, dove ha benedetto la città tra le sirene di una nave mercantile ivi ormeggiata. Il corteo aperto dal quadro portato a spalla è poi la salito fino a via Gambardella per intraprendere la via del ritorno in Chiesa. Stanco ma felice, questo popolo, che amo definire “strano” per la fede che ha verso il soprannaturale, ha ridato vita alla festa dei torresi. Anche questa volta, tra la meraviglia di chi temeva il contrario, dopo due anni di pandemia, di guerre, di aumenti spropositati, la festa c’è stata.

Ernesto Limito

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