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C’è anche l’imprenditore stabiese Pasquale Gallo, tra i 19 rinviati a giudizio nell’ambito del processo relativo alle casette d’emergenza per i terremotati delle Marche. I fatti si riferiscono al sisma del 2016. A sei anni di distanza, la decisione dei rinvii a giudizio è arrivata durante l’udienza preliminare che si è tenuta al Tribunale di Ancona, davanti alla gup Francesca De Palma.

In definitiva, gli indagati sono accusati di aver trasformato una tragedia in un affare illecito. L’imprenditore stabiese sarebbe tra i privati che hanno guadagnato, dividendosi la torta dei finanziamenti per realizzare le case agli sfollati, pur non avendo le carte in regola. Accuse ovviamente che potranno essere ribaltate dagli indagati in sede di processo.

Emergenza terremoto nelle Marche: anche un imprenditore stabiese tra i 19 rinviati a giudizio

In particolare i lavori sarebbero andati tramite il sistema dei sub appalti a società senza la certificazione Antimafia come la Geo Campania, con sede a Nocera Inferiore, di cui Gallo imprenditore di 45 anni è titolare. La sua azienda ai tempi dell’aggiudicazione non sarebbe neanche stata iscritta nella white list della Prefettura.

A processo, che si aprirà il prossimo 9 marzo davanti al collegio penale, andranno diversi imprenditori oltre a vertici ed ex vertici della Protezione Civile regionale delle Marche come l’ex capo del servizio David Piccinini, anconetano di 55 anni, e il dirigente attuale Stefano Stefoni, all’epoca responsabile unico del procedimento, 61 anni, di Civitanova Marche (Macerata).

Lavori a ditte senza la verifica dei requisiti

Stando alle accuse i lavori sarebbero andati a ditte impegnate nella ricostruzione per il sisma del 2016 senza però verificarne i requisiti come la certificazione antimafia. A rimetterci sarebbero state poi le opere stesse, eseguite male e in troppa fretta. A processo andranno anche 15 società, tre sono marchigiane, della provincia di Pesaro Urbino, che si sono occupate dei lavori. Le accuse, per tutti, a vario titolo, sono di truffa, falso, abuso di ufficio e frode nelle pubbliche forniture.

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