Il fatto non costituisce reato perche’ fu legittima difesa. La prima sezione del Tribunale di Napoli, presidente Antonia Napolitano Tafuri ha assolto Giuseppe Castaldo, il gioielliere che, il 7 ottobre 2015 a Ercolano fece fuoco e uccise due rapinatori, Luigi Tedeschi e Bruno Petrone, rispettivamente di 51 e 53 anni. La pistola era detenuta legalmente e i due erano armati. uccidendoli sul colpo.
La Procura di Napoli, con il procuratore aggiunto Raffaello Falcone e il sostituto procuratore Ernesto Sassano, aveva chiesto l’archiviazione e, durante il dibattimento, l’assoluzione di Castaldo che è stata accolta in pieno dai giudici.
Il gioielliere era finito sotto processo con l’accusa di eccesso di legittima difesa. Una vicenda che all’epoca suscitò un vasto dibattito nel Paese con Matteo Salvini, segretario della Lega, che si schierò con l’imputato: “Io sto con il gioielliere“, scrisse sui social il neo ministro delle Infrastrutture del Governo guidato da Giorgia Meloni.

Nel corso dell’udienza iniziata intorno alle 15, sono intervenuti per primi l’avvocato di parte civile Renato D’Antuono e l’avvocato dell’imputato Maurizio Capozzo, che ha chiesto l’assoluzione sottolineando le ragioni della legittima difesa. Castaldo, 68 anni all’epoca dei fatti, quel giorno, aveva appena prelevato cinquemila euro da un istituto di credito nei pressi degli Scavi di Ercolano quando le due vittime, in sella a uno scooter e armati di una pistola finta, ma senza il tappo rosso che ne consentisse il riconoscimento, gli ordinarono di consegnare il denaro. A quel punto Castaldo tirò fuori la sua pistola e sparò mentre i malviventi lo tenevano sotto il tiro della loro. Entrambi i rapinatori morirono sul colpo.
Le indagini furono affidate ai Carabinieri di Torre del Greco (coordinati dai sostituti procuratori Pierpaolo Filippelli e Raffaello Falcone, entrambi oggi attualmente procuratori aggiunti).
I quattro complici di Tedeschi e Petrone, membri di una banda di professionisti della malavita, furono identificati e arrestati in breve tempo: si tratta di Salvatore Esposito, Antonio Corvo, Addolorata Esposito ed Ernesto Labagnara. Il processo con rito abbreviato a loro carico si concluse, un anno dopo i fatti, con la condanna a sei anni di reclusione per tutti gli imputati. Il sistema di video sorveglianza dell’istituto di credito dove il gioielliere si era recato, ripresero sia i due rapinatori che il “palo”. Una telefonata di quest’ultimo ai complici dette il via alla rapina finita in modo tragico.
“Una sentenza che fa giustizia anche se si sono dovuti aspettare sette anni. Finalmente la vittima non viene equiparata ai carnefici. Non fa piacere mai che qualcuno muoia ma non è neanche possibile giustificare sempre i delinquenti e colpevolizzare le vittime”. Questo il commento del consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, alla sentenza che ha assolto il Gioielliere di Ercolano dall’accusa di eccesso di legittima difesa.