Un paradiso di tutti e cinque i sensi, la perfezione partita dopo partita, il tricolore che alcuni (probabilmente poco scaramantici) già vedono sul petto di questi calciatori: è il Napoli di stasera, che trionfa contro la Roma dopo una partita di gioie e sofferenze, in cui è poi prevalsa la passione degli azzurri e del Cholito Simeone.

Sì, proprio lui, ancora lui, il ragazzo tanto odiato dal popolo azzurro per via di quella famosa tripletta nella stagione maledetta, che però in punta di piedi è entrato nelle grazie della tifoseria. L’uomo delle grandi notti, l’uomo decisivo. Subentra ad uno straordinario Osimhen e trova un altro 2-1, ancora nei minuti finali, come a Milano.

E’ forse un segnale inviato dal destino, da quella buona stella che questa stagione ha scelto di accompagnare il Napoli verso un traguardo che stasera si è toccato per mano, sempre un pezzetto in più rispetto alle partite precedenti. Vincere contro queste squadre non è cosa da poco, ma la vittoria è esaltante per come è arrivata: è un Napoli con una forza di volontà impareggiabile, che subisce gol a 15 minuti dalla fine e non si perde d’animo, trovando il gol decisivo a ridosso del triplice fischio.

A Milano si gridava “Si è girato Giroud”. Oggi c’è il Cholito

E se il motto della scorsa stagione era “Si è girato Giroud”, quest’anno è sicuramente il Cholito che prende il posto del francese. Sostituto di Osimhen, un grandissimo giocatore, ma di certo non il migliore della squadra, eppure estremamente determinante. Quando serve lui risponde sempre presente.

La partenza è subito adrenalinica, con entrambe le squadre che cercano di farsi male a vicenda: Napoli che manovra di più rispetto alla Roma che comunque riesce a creare diversi spunti per delle sbavature difensive azzurre.

Un tiro a giro di Kvaratskhelia parato da Rui Patricio dopo 4 minuti è l’occasione più nitida per gli azzurri, che poco dopo rischiano di andare in svantaggio per un’incomprensione tra Kim e Meret, mancato autogol per pochi centimetri.

Osi-Super-Mhen, olio su tela, 2023

A sbloccare il match ci pensa però il solito Victor Osimhen, l’inarrestabile, che ancora una volta mette un altro sigillo a testimoniare un momento di forma a dir poco eccellente. E il gol è di rara bellezza: dopo una bella combinazione fra Mario Rui e Kvaratskhelia, la palla arriva al nigeriano, che stoppa di petto, controlla con la coscia e scaraventa con violenza il destro sotto la traversa. Un gol da guardare e riguardare, un quadro da incorniciare.

Napoli in controllo del match, che si affida alle giocate ubriacanti di Lozano sulla fascia destra, ma anche agli ottimi suggerimenti di Mario Rui per Osimhen, che viene calpestato spesso in malo modo da Smalling.

Verso la fine del primo tempo Meret salva il risultato opponendosi ad un potente destro di Spinazzola diretto verso la porta: il portiere friulano si supera anche nella ripresa con un paio di interventi che tengono il risultato fisso sull’1-0.

Un incubo che si ripropone, ma quest’anno è tutto diverso

Nel secondo tempo, infatti, i giallorossi cercano di dare più fastidio al Napoli e ci riescono: Dybala e il subentrato El Sharaawy sono i punti di riferimento numero 1 per la formazione di Mourinho, che ha voglia di agguantare il pareggio.

E’ proprio l’italo-egiziano a trovare l’1-1, come lo scorso aprile, in una delle partite che costarono lo Scudetto al Napoli. Sul secondo palo il 92 capitolino si fa trovare pronto: Meret cerca di togliere la palla dalla porta per un vero e proprio, ma non può nulla.

Un gol di El Shaarawy al Maradona valevole l’1-1 sembra un film già visto, un incubo che si ripropone. E probabilmente il Napoli della scorsa stagione non sarebbe stato in grado di raddrizzare una partita del genere. Quello della scorsa stagione. Perchè quest’anno è tutto diverso, tutto favorevole.

“Si è girato Gir…” No, Simeone!

Entra Simeone al posto di Osimhen e, dopo 10 minuti di assalti, l’argentino con il piede debole mette la palla alle spalle di Rui Patricio.Si è girato ancora lui. Il Maradona esplode di gioia dopo aver urlato a squarciagola il nome del predestinato. E il nuovo brano gol, “Levels” di Avicii, conferisce ancora più bellezza a momenti magici che tutto il popolo partenopeo sta vivendo.

Finisce 2-1 dopo altri 10 minuti di sofferenza, con un’intera panchina in piedi ad aspettare tre fischi. Una vittoria allo scadere e gli scivoloni di Milan e Lazio sono il connubio perfetto per continuare a sognare. La capolista se ne va…

Giuseppe Garofalo

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