Si ‘o tiempo mantene al Santuario di Montevergine, a fine giornata si potrebbe arrivare anche alle diecimila presenze. E questo perché oggi cade ‘a Cannelòra, la Candelora, una delle feste più importanti del mondo contadino dell’intera regione perché, secondo la tradizione, il Santuario che si trova in cima al monte Partenio è meta d’elezione per fedeli e curiosi. Oltretutto, il due febbraio dovrebbe segnare il punto di fine dell’inverno.

Cannelora, ‘a juta r’‘e femmenielli a Montevergine: la devozione alla Madonna nera che tutti perdona

Tanto perché al detto Quanno vene ‘a Cannelòra ‘state è ddinto e vvierno è ffora, come recita difatti uno dei proverbi più conosciuti della serie infinita di adagi che il dialetto napoletano conserva … ‘a mano a vvavone. Arriva a stretto giro, il giorno dopo, il tre febbraio, quello che dice a San Biaso, ‘o sole p’‘e ccase, a San Biagio (che protegge la gola dai mali di stagione) il sole ritorna nelle case, che tiene pure il suo contro proverbio ovvero: San Biaso… vierno mo trase.

Al quale risponde ‘a vecchia ‘a rint’‘a tana: cca ance vò na quarantana, per dire che servono almeno altri quaranta giorni per avere una parvenza di primavera. Ma la Cannelora, che in effetti è la festa delle candele coincidente con la presentazione di Gesù al Tempio, è famosa anche per una delle due, tradizionali e obbligatorie, ‘jute’ annuali che si fanno a casa della Madonna Nera. L’altra, difatti, cade l’otto di settembre. Solo che questa della Cannelora è anche la festa per eccellenza dei femmenielli ai quali mamma Schiavona, come racconta la tradizione, vuole un bene… della madonna. Tanto che nel 1256 ne avrebbe salvato da morte sicura due che erano amanti: erano processati e condannati per il loro peccato, venendo legati a un albero, sulla montagna, mentre tutt’attorno ghiaccio, lupi e neve la facevano da padrone.

La specialissima devozione dell’intero mondo Lgbt alla Madonna di Montevergine

Ecco spiegato il perché della specialissima devozione dell’intero mondo Lgbt alla Madonna di Montevergine che perdona tutto e tutti perché tutti so’ ffigli a essa e scalano la montagna a piedi per andare a venerarla. Balli, canti tammurriate e l’inchino al quadro in onore della ‘Schiavona’, così chiamata per la carnagione olivastra del viso e delle mani, si susseguono per tutta la giornata. Una madonna brutta, mamma Schiavona, come racconta la tradizione che vuole le Madonne essere sette sorelle, tutte belle eccetto una che vergognandosi per la sua ‘bruttezza’ dovuta alla pelle nera andò a isolarsi sopra il monte Partenio, dove un abate volle costruire un santuario in suo onore e gloria.

Anche nella ricorrenza della Candelora, il rituale della ‘juta’ prevede che si arrivi al santuario con carri, calessi e macchine addobbate con fiori, magari di carta. Così come obbligatorie sono le fermate a lo ‘Spitaletto per la nzerta ‘e castagne‘o panariello cu ‘e ssunagliere‘a cùpeta ‘e turrone‘o tammurriello… l’omaggio a Santa Filumena e la visita alla tomba r’‘o Biato Giulio…. Aspettando la sera per tornare a casa cantando ‘Simmo jute e ssimmo venute, quanti ggrazie ch’avimmo avute’. Pensando già a settembre e alla nuova juta addù Mamma Schiavona.

Carlo Avvisati

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