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Assolti dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, “perchè il fatto non sussiste”: è la clamorosa sentenza, che scagiona i titolari dell’azienda di pompe funebri “Cesarano srl”, molto attiva nell’area di Castellammare di Stabia e in tutta la provincia sud di Napoli.

Dopo quasi cinque anni i magistrati hanno assolto a formula piena Alfonso Cesarano (65 anni), Saturno Cesarano (62), Alfonso Cesarano (66 anni), Giulio Cesarano (62) e Catello Cesarano (34), che erano accusati a vario titolo di concorso nel trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante dell’aver commesso il fatto per agevolare il raggiungimento delle finalità illecite del clan D’Alessandro, nonché avvalendosi della forza intimidatrice della stessa organizzazione malavitosa.

Castellammare, né camorra né estorsione: assolti i titolari delle pompe funebri “Cesarano srl”

I legali degli imprenditori stabiesi sono riusciti dunque a far valere la propria tesi difensiva, ribaltando le accuse. L’attività d’indagine fu corroborata dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, secondo i quali c’era un forte legame tra i Cesarano e i clan camorristici.

I pentiti avevano parlato di “un’ingerenza della criminalità organizzata stabiese anche nel settore dei servizi funebri, attraverso il consolidamento ed il mantenimento di una gestione monopolistica, tale da impedire l’ingresso ad altre imprese concorrenti presenti sullo stesso territorio o su territori limitrofi”.

Le indagini partono da una inchiesta che abbracciava un periodo che va dal 2013 al 2016

Accuse che non sono state tuttavia confermate in sede di processo. Le indagini partirono da una inchiesta che abbracciava un periodo che va dal 2013 al 2016, e che già il 31 maggio 2016 aveva portato alla notifica di un avviso di conclusioni indagini preliminari nei confronti di Alfonso Cesarano per concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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