Emergenza Sarno, nuovo blitz dei carabinieri e dell’Arpac in vari opifici del Vesuviano: 6 denunce. Scarico abusivo di reflui industriali, gestione illecita di rifiuti, assenza di autorizzazione alle emissioni, sono queste le violazioni contestate a vario titolo ai vertici aziendali di sei società. Le operazioni sono state condotte dai carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli e Salerno – su delega della Procura della Repubblica di Torre Annunziata – nell’ambito del più vasto filone d’indagine denominato Rinascita Sarno.
Maxi-inchiesta sull’emergenza fiume Sarno: ecco come le ditte continuano a sversare nel corso d’acqua
La maxi-inchiesta, che coinvolge anche le Procura di Avellino e di Nocera, sta provando a smascherare i presunti responsabili dell’inquinamento relativo al cosiddetto fiume killer. Il Sarno, appunto, il fiume più inquinato d’Europa con un bacino idrografico che abbraccia 39 comuni, estendendosi per 500 chilometri quadrati. A causa degli inquinanti dispersi nelle acque, qui l’incidenza di malattie tumorali è più alta rispetto alla media italiana. Una vera e propria bomba ecologica scoperta fin dal 1997, quando l’Organizzazione mondiale della sanità segnalava le zone interessate come mortalmente più incidenti per cancro e leucemia. Terrificanti le statistiche: 17% in più che nel resto del mondo. Qui, insomma, si continua a morire soprattutto nella fascia d’età 19-45 anni, anche a causa del Sarno inquinato.
Fari puntati su sei opifici industriali
Fari puntati su sei opifici industriali. Nel mirino delle forze dell’ordine e dei magistrati sono finite due società di Torre Annunziata, la New Asphalt Tecnology Srl e la Vista Carmine Srl. Alla prima è stata contestata la presunta omissione dello smaltimento dei fanghi provenienti dal trattamento delle acque meteoriche del piazzale dove sarebbero stati stoccati ingenti quantitativi di rifiuti. La seconda, invece, specializzata nelle attività di trattamento dei rifiuti, è finita nei guai per il presunto stoccaggio illecito di rifiuti speciali provenienti da demolizioni edili.
Blitz operato anche alla Divisione Freddo Srl, un’azienda di Pompei specializzata nella riparazione e assistenza di apparecchiature refrigeranti, finita nel mirino delle indagini a causa del presunto stoccaggio illecito di rifiuti speciali. A Santa Maria La Carità, invece, l’azienda di calcestruzzi Cmc srl avrebbe effettuato lo scarico abusivo delle acque reflue industriali tramite una tubatura in plastica.
Scarichi e stoccaggi di scarti di produzione nei canali
Controlli pure a Sant’Antonio Abate, dove una società operante nel settore della rivendita di materiale edile – la Edil Trend – secondo la Procura scaricava abusivamente le acque reflue del piazzale in cui sarebbero stati stoccati scarti di produzione nel canale Marna. A Castellammare di Stabia, infine, è finita nei guai un’azienda operante nella produzione di laterizi – Comed srl – che avrebbe operato senza la necessaria autorizzazione richiesta per le emissioni in atmosfera: impianto sequestrato.
Nel frattempo, Regione Campania e Gori annunciano però l’eliminazione di altri 3 scarichi in ambiente, obiettivo raggiunto nell’ambito dell’ambizioso programma Energie per il Sarno. “È soprattutto merito della sinergia tra istituzioni se il canale San Tommaso, affluente del fiume Sarno, è stato finalmente bonificato e restituito alla comunità” precisa un comunicato ufficiale della Gori. Attraverso la realizzazione di nuovi collettori e due impianti di sollevamento, sono stati eliminati 3 scarichi di acque reflue che recapitavano nel tratto del canale San Tommaso ricadente nel Comune di Angri. Si tratta di interventi che consentono oggi di portare a depurazione circa 2 milioni di metri cubi annui di reflui, relativi a oltre 55.000 abitanti residenti nei comuni di Angri, Corbara e Sant’Egidio del Monte Albino.
Salvatore Piro