Correva l’anno 1989-90 quando Diego Armando Maradona alzò per la seconda volta la coppa che ci decretava Campioni d’Italia: durante l’ultima partita con la Lazio il cuore di milioni di napoletani si illuminò di gioia, felicità, orgoglio e soddisfazione per i propri campioni.
E allora cori, bandiere, inni, lacrime e feste non bastarono per celebrare la squadra azzurra che dopo soli due anni era tornata a brillare.
Ecco perché a quello che sta succedendo oggi, a distanza di tempo, ancora non ci si crede: quegli stessi napoletani sempre fedeli alla maglia sono tornati a sognare e a sperare di raggiungere il famigerato numero tre.
E la città di Portici non è assolutamente da meno, infatti, passeggiando tra le vie principali e non, da qualche settimana, lo spettacolo è tutto bianco e azzurro: timide e scaramantiche le prime bandiere esposte ai balconi, e ancora striscioni, nastri, sciarpe e decorazioni di ogni tipo.
Qualsiasi cosa purché sia dei colori del cuore
I commercianti di Portici e i privati cittadini hanno, di propria iniziativa, dato vita a raccolte fondi per poter abbellire e rendere pronta la città al grande evento così da stringersi e festeggiare come una grande famiglia esattamente come successe il 29 aprile di 33 anni fa.
La novità che più di tutte ha stupito, e ha fatto chiacchierare, è cioè che è “comparso magicamente” in piazza San Ciro la sera del 2 aprile.
Il nostro maestoso Vesuvio è stato replicato sulla fontana della piazza grazie all’utilizzo di nastri bicolore. Il simbolo indiscusso di napoletanità e di appartenenza troneggia in una delle piazze principali, al centro di uno snodo fondamentale per la città ed esattamente difronte al mare, separato solo dal Corso Umberto.Come un incontro simbolico tra il più pericoloso dei nemici e il più confortante degli amici che si osservano, quella contraddizione insista in noi napoletani, quell’attaccamento smisurato verso qualcosa di potenzialmente mortale e imprevedibile ci ha portati a continuare a credere in tutti questi anni e con tutte le nostre forze in qualcosa che, soltanto adesso, sta diventando realmente possibile.
Simona De Angelis