Vivere a Castellammare costa troppo: in difficoltà famiglie, giovani coppie e lavoratori

Vivere a Castellammare di Stabia costa troppo. Non solo i nuclei familiari hanno difficoltà a trovare casa, ma la questione alloggi è comune anche ai lavoratori. E alle giovani coppie che, spesso, preferiscono abbandonare la città delle acque a causa degli affitti troppo alti. A tutto ciò, si aggiunge il boom di strutture extra alberghiere che “drogano” il mercato immobiliare, oltre a limitare le occasioni di trovare case sfitte. E così i prezzi lievitano, con costi insostenibili soprattutto per chi decide di sposarsi.

Vivere a Castellammare costa troppo

Ma a quanto ammontano i costi? Secondo una recente indagine, effettuate da varie agenzie immobiliari attive sul territorio stabiese, per fittare un appartamento in centro si arriva a pagare anche 1000 o 1100 euro al mese. Una cifra esorbitante, che ha spinto gli addetti ai lavori a definire Castellammare “la piccola Montecarlo” del Sud Italia. Allontanandosi dal centro cittadino, i prezzi tendono a scendere, ma restano sempre alti rispetto alla media degli altri comuni. Ad esempio, per un tre vani il costo varia tra i 650 e i 700 euro nelle zone di periferia cittadina.

Mentre per un tre camere cucina e bagno si parte da 750 euro mensili in centro, 500 euro per il centro storico, fino ad arrivare al canone di affitto di 600 euro per la periferia nord. Sempre secondo la recente indagine degli addetti al settore, i costi dei fitti a Castellammare di Stabia sono aumentati di almeno il 15%, rispetto al periodo precedente al Covid compreso tra il 2018 e il 2019. I motivi sono diversi. Ma su tutti, c’è la forte domanda sul mercato e la scarsissima offerta. E così il mercato immobiliare nella città stabiese appare sempre più bloccato.

In difficoltà famiglie, giovani coppie e lavoratori

Con il conseguente risultato che sono sempre di più le giovani coppie pronte a lasciare Castellammare, per andare a vivere in altri Comuni sempre della provincia sud di Napoli. Una situazione che resta complessa anche nell’area dei Monti Lattari, dove (sempre a causa del boom turistico registrato dopo la pandemia) sono aumentate in maniera vertiginosa le strutture extralberghiere, come case vacanza e bed and breakfast.

Fenomeno sempre più diffuso soprattutto a Gragnano e ad Agerola, dove anche in questo inizio di stagione turistica le presenze hanno fatto registrare il sold out. Ma non tralasciando nemmeno le altre realtà del comprensorio, come ad esempio Sant’Antonio Abate, Santa Maria la Carità e Pimonte.

(Foto di Alexander Stein da Pixabay

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