Teatro Grande degli Scavi di Pompei

Dopo quattordici anni e dopo che la Corte dei Conti in sede d’Appello aveva riscontrato danni erariali notevoli, la prescrizione salva tutti i presunti responsabili dello spreco di fondi pubblici per il restauro, o forse meglio “ristrutturazione” da villaggio turistico, del Teatro Grande degli Scavi di Pompei. Ieri pomeriggio, il Tribunale di Torre Annunziata ha deciso di dichiarare prescritte tutte le accuse per tutti gli imputati, che pure avevano chiesto l’assoluzione nel merito, dunque senza entrare nel merito delle singole contestazioni. Forse lo faranno in sede di motivazioni.

Teatro Grande degli Scavi di Pompei “ristrutturato” come un villaggio turistico: la prescrizione salva tutti i responsabili

Nel 2009, l’area archeologica di Pompei è stata inclusa nella lista delle “emergenze” gestite dalla Protezione Civile, sotto il governo dell’allora primo ministro Silvio Berlusconi, il quale ha istituito una struttura commissariale con l’obiettivo di utilizzare rapidamente i fondi disponibili per i lavori di restauro. Tutto ciò è avvenuto prima della stagione di crolli e dell’ampia esposizione mediatica a livello mondiale, ossia prima dell’avvio del Grande Progetto Pompei che ha successivamente portato al rilancio del sito archeologico, oggi tra i più visitati in Italia.

Accusati a vario titolo di truffa ai danni dello Stato, frode e abuso d’ufficio, gli imputati hanno visto prescriversi via via tutte le accuse. E da ieri, anche i giudici hanno dichiarato l’estinzione dei reati, come richiesto in aula dal pm Emilio Prisco. Tra gli imputati spicca ovviamente il nome di Marcello Fiori, che nel 2009 fu chiamato a gestire per la Protezione Civile la cosiddetta “emergenza Pompei”. Fiori è dirigente di Forza Italia ed è stato uomo di fiducia di Guido Bertolaso e Renato Brunetta.

Tutto sarebbe avvenuto con affidamenti diretti pagati con conti salatissimi

Secondo l’accusa, si sostiene che una considerevole quantità di fondi pubblici sia stata sperperata al fine di favorire un’azienda specializzata in lavori di restauro. Tale azienda è stata incaricata del rinnovamento del Teatro Grande e, grazie a una deroga concessa dal commissario Fiori, anche degli allestimenti necessari per la messa in scena di uno spettacolo in collaborazione con il Teatro San Carlo. Al fine di accelerare il processo, tutti gli incarichi sembrano essere stati assegnati direttamente, a fronte di compensi esorbitanti. Tale situazione ha portato al fatto che il costo del restauro del Teatro Grande, a partire dall’originale aggiudicazione dell’appalto per una cifra leggermente inferiore a mezzo milione di euro, sia poi aumentato fino ad ammontare a almeno 5 milioni di euro.

Imputati con Fiori, infatti, ci sono la titolare della ditta esecutrice di quei lavori, e poi i diversi tecnici e responsabili Antonio Costabile (ingegnere, progettista esterno per gli impianti elettrici), Luigi D’Amora (direttore), Lorenzo Guariniello (progettista esterno della struttura commissariale), Salvatore Palazzo e Vincenzo Prezioso (ingegnere, progettista esterno per le strutture); e l’azienda che eseguì le opere. Durante le indagini dei finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata, il teatro di epoca romana finì sotto sequestro della Procura oplontina insieme a tutte le attrezzature.

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