Malissimo. Se con l’Union Berlino si pensava di aver toccato il fondo, beh, ci si sbagliava. Il Napoli cade ancora, sempre in casa, al 90’, contro un Empoli che di certo non sta passando un bel momento.
La panchina balla, come è giusto che sia. ADL sta riflettendo molto seriamente sul futuro di Rudi Garcia, che ha letteralmente rovinato una squadra che pochi mesi fa divorava un campionato storico, dominato dall’inizio alla fine. Una squadra che faceva piangere tutti. Una squadra che oggi tutti fanno piangere.
Il clima in casa Napoli non è dei migliori. Silenzio stampa, e solitamente, in certe occasioni, segue poi l’esonero dell’allenatore. Tutti se lo augurano e a quanto pare è solo una questione di tempo: Rudi Garcia sta per salutare Napoli. Aurelio De Laurentiis ha lasciato lo stadio in anticipo, subito dopo il gol di Kovalenko, poi i fischi, più scroscianti della pioggia, tutti indirizzati al colpevole numero 1.
È un Napoli irriconoscibile, reso tale dall’incompetenza e dalla saccenza di un allenatore che a fine partita non si è neanche scusato con la tifoseria, a differenza della squadra, che ha ricevuto in cambio qualche piccolo applauso di incoraggiamento.
La squadra non gioca a calcio, quasi non ha voglia: proprio di voglia ha sempre parlato Garcia, ma qualcosa deve aver smesso di funzionare. Ormai neanche i suoi calciatori lo seguono, è sfiduciato da tutto e tutti: è uno dei momenti più bui della SSC Napoli dal fallimento in poi. Al pari dei tempi di Ancelotti e Gattuso. Perché se con loro c’era una minima idea di gioco, con Rudi Garcia non si vede assolutamente niente.
Il Napoli gioca a caso: è completamente sparita l’idea di calcio verticale di Spalletti. Quello era un calcio bello, divertente, che lasciava senza fiato, ed era anche interpretato bene. Ma ciò che si vedeva fino allo scorso maggio, ora non esiste più. E, guardando le ultime prestazioni, sembra che sia passata un’era geologica. Ma sono passati 6 mesi.
C’è da affidarsi solo a qualche strappo di Kvaratskhelia, uno dei pochi che ci crede, e a volte è anche Politano a metterci il suo zampino. Se, oltre a loro due, vogliamo salvare qualcun altro, gli unici sono Di Lorenzo e Lobotka, almeno a livello di passione in campo, passione per la maglia azzurra.
Ma tutto il resto della squadra è stato rovinato. Neanche per colpa loro. Tutto per colpa di Rudi Garcia, l’artefice, se così vogliamo dire, dello schifo totale che si vede in campo. Sono irriconoscibili.
Oggi il Napoli aveva una ghiotta chance, avrebbe potuto superare il Milan, che ieri si è fermato ancora una volta a Lecce. Una chance enorme, di quelle che non ricapitano spesso, anche se siamo a novembre. Ma è stata gettata alle ortiche nel peggior modo possibile.
E oggi i malumori erano già stati sollevati all’annuncio delle formazioni: con una squadra rovinata, il signor Garcia si è permesso di far sedere in panchina Kvaratskhelia, l’unico capace di ribaltare una partita e salvargli la pelle.
Ma, a quanto pare, la sua arroganza ha preso il sopravvento senza un minimo di riconoscenza sull’uomo che lo ha fatto arrivare fino ad oggi, 12 novembre, giorno in cui la sua (dis)avventura sembra proprio essere arrivata al capolinea.
Ormai tutti aspettano solo un comunicato: almeno dal punto di vista del gioco in campo, Rudi Garcia non mancherà affatto. Napoli oggi lo ha ripetuto, ancora più forte, per farlo sentire ad ADL: “Ora basta”. E forse stavolta alle orecchie del presidente è arrivato. A breve potrebbe dirlo anche lui. “Au revoir”?
Giuseppe Garofalo