Lavori in corso, presunti pericoli per gli alberi secolari del monte Faito: è botta e risposta tra Wwf e Comune di Vico Equense. Due dossier in Procura

Il consigliere regionale Gennaro Cinque: “Quando si tratta di Monte Faito tutti parlano ma non abbiamo mai visto nessuno darsi sul serio da fare"

Pesanti le accuse del Wwf Terre del Tirreno che hanno raggiunto la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, i carabinieri forestali, la guardia di finanza di Castellammare, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli e l’Ente Parco regionale dei Monti Lattari.

Lavori in corso, presunti pericoli per gli alberi secolari del monte Faito

Secondo quanto dichiarato dal presidente Claudio d’Esposito, sul Monte Faito, risorsa verde della penisola sorrentina, sarebbe in atto una grave minaccia per l’ambiente: trattasi di condotte idriche e cavi di grandi dimensioni posati a pochi centimetri – quando non addirittura al di sotto, delle radici degli alberi secolari del Faito – che mettono in pericolo la salute della vegetazione nonché la futura stabilità dei tronchi.

“Nel Comune di Vico Equense, sul monte Faito, – ha dichiaro d’Esposito – sono in corso da tempo lavori di scavo alla base dei grossi pini secolari in via della Fattoria, di fronte all’area utilizzata per il campo del Faito doc-festival, oltre che in Strada Allacciamento, via Strada Alta, via Nuova Monte Faito, Strada delle Pendici e altrove. In pratica, le opere sono in corso su quasi l’intera montagna“. Paura anche per l’incolumità di residenti e frequentatori della zona, data la possibilità di crollo degli alberi le cui radici sarebbero state danneggiate dai sopracitati lavori.

È botta e risposta tra Wwf e Comune di Vico Equense

Inoltre, il Wwf ha lamentato, per l’esercizio di tali attività, l’assenza delle norme di sicurezza e del controllo di cantiere, sollevando dubbi anche sulla legittimità urbanistica di questi lavori. I volontari hanno dunque richiesto un intervento urgente al fine di accertare la legittimità degli impianti, valutando l’ipotesi del sequestro dell’area qualora fossero state effettuate delle violazioni. Il Wwf si è dichiarato pronto a costituirsi parte civile in un possibile processo penale derivante dall’esposto corredato da un dettagliato dossier fotografico.

La replica del Comune di Vico Equense non si è fatta attendere ed è arrivata in una dichiarazione congiunta a firma del sindaco di Vico Equense Giuseppe Aiello, del vicesindaco Benedetto Migliaccio, dell’assessore Luigi De Martino e del consigliere regionale Gennaro Cinque: “Quando si tratta di Monte Faito – si legge nella dichiarazione – tutti parlano ma non abbiamo mai visto nessuno darsi sul serio da fare. Una volontà, quella di non far crescere questa meravigliosa montagna, alla quale ci opponiamo con forza e con opere concrete”. Il Comune mette in dubbio la veridicità delle prove fornite alla Procura della Repubblica, dal momento che il dossier fotografico conterrebbe scatti “relativi a tempi e luoghi che non rispondono all’effettivo stato delle cose”.

Due dossier in Procura

Sottolineando la piena regolarità degli interventi effettuati sulla vegetazione e relativi alla rete fognaria, alla rete antincendio nonché al ripristino della pubblica illuminazione, il Comune ha altresì parlato di un prossimo “rilancio del Faito dal punto di vista turistico, paesaggistico e commerciale”, “promosso e rinforzato con l’attivazione della Commissione VinCa, che vigila e vigilerà sulle procedure in atto”. La nota continua con toni non certo sereni: i volontari del Wwf vengono infatti accusati di far finta di non sapere “accendendosi ad intermittenza come le luci di Natale. Un argomento sì, l’altro no.”

Il Comune conclude la dichiarazione promettendo di inviare un proprio dossier a Procura della Repubblica, Prefettura di Napoli, Comando dei Carabinieri Forestali e Wwf Italia, “affinché si indaghi sui ‘pretesti’ che spingono attivisti di un’associazione ambientalista a collezionare immagini, alterando i tempi e i luoghi, pur di dimostrare il “male”. “Ben vengano esposti e denunce, – leggiamo alla fine della nota – a patto però che ci si informi bene, alla fonte e con una visione a 360 gradi delle iniziative poste a salvaguardia e tutela del Monte Faito. Una visione che dovrebbe avere un dialogo costante con enti e associazioni e che invece viene offuscata da interferenze di dubbia entità e con una corsa ai fantasmi che non ha motivo di esistere”.

Anna Rega

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