Sant’Antonio Abate, confisca de “La Sonrisa”: al via la petizione

Per sensibilizzare le autorità sulla loro condizione, i dipendenti manifesteranno domani, partendo dal Grand Hotel per raggiungere il Municipio di Sant’Antonio Abate

Sant'Antonio Abate, confisca del Castello delle Cerimonie: pioggia di disdette per eventi già programmati. Giovedì prossimo manifestazione dei lavoratori:

La decisione della Corte di Cassazione di confiscare il complesso di Sant’Antonio Abate “La Sonrisa”, anche noto come “Il Castello delle Cerimonie” alla famiglia Polese sta gettando nel panico centinaia di dipendenti, che rischiano di trovarsi senza lavoro da un giorno all’altro. Per sensibilizzare le autorità sulla loro condizione, i dipendenti manifesteranno domani, partendo dal Grand Hotel per raggiungere il Municipio di Sant’Antonio Abate.

Sant’Antonio Abate, confisca de “La Sonrisa”: al via la petizione

I lavoratori cercano in tutti i modi di sensibilizzare l’opinione pubblica poiché la loro situazione è critica. Negli ultimi giorni, molti hanno disdetto i loro eventi programmati, mettendo a repentaglio l’intera stagione lavorativa, nonostante il provvedimento entri in vigore tra qualche mese.

Su un famoso portale è stata lanciata una petizione che ha già raccolto la metà delle firme necessarie. Sebbene non abbia valenza istituzionale, dimostra il forte sostegno della comunità verso i lavoratori della Sonrisa.

Domani manifestazione in strada dei lavoratori

Nel testo della petizione, i lavoratori del Grand Hotel Il Castello – La Sonrisa descrivono la loro lunga storia di impegno e professionalità al servizio della struttura e dei suoi ospiti provenienti da tutto il mondo. La possibilità di perdere il lavoro, dopo tanti anni di dedizione, rappresenterebbe una tragedia per molte famiglie.

La chiusura della struttura rappresenterebbe una grave perdita per l’intera comunità, non solo di Sant’Antonio Abate, ma dell’intera area sud di Napoli. Molte persone si troverebbero senza lavoro in un’area dove le opportunità occupazionali sono già scarse. La petizione si rivolge alle istituzioni affinché proteggano i lavoratori nel rispetto della loro dignità e dei loro diritti, evidenziando la necessità di una soluzione che tenga conto delle esigenze delle famiglie coinvolte e del tessuto socio-economico della zona.

Michele Mercurio

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