Pasqua 2024, il Papa La guerra è sempre una sconfitta! La pace non si costruisce mai con le armi
Foto Vatican News

Papa Francesco, oggi dalla Loggia Centrale della Basilica di San Pietro, a Città del Vaticano, ha espresso il suo Messaggio di Pasqua 2024, ponendo grande attenzione sui conflitti bellici che stanno imperversando in Palestina, in Ucraina ed in altre aree del mondo, ricordando a tutti, inoltre, che la guerra è sempre una sconfitta e che la pace non si costruisce mai con le armi. Non sono mancate le annotazioni sulle vicende dei migranti e di tutti coloro che stanno attraversando un periodo di difficoltà economica. Simbolico il concetto dei “massi” troppo pesanti che chiudono le speranze dell’umanità.

Il Pontefice, durante il suo Messaggio Pasquale, si è rivolto quindi ai fedeli (60mila) presenti in Piazza San Pietro per la benedizione Urbi et Orbi ed ha detto: “La Chiesa rivive lo stupore delle donne che andarono al sepolcro all’alba del primo giorno della settimana. La tomba di Gesù era stata chiusa con una grossa pietra; e così anche oggi massi pesanti, troppo pesanti chiudono le speranze dell’umanità: il masso della guerra, il masso delle crisi umanitarie, il masso delle violazioni dei diritti umani, il masso della tratta di persone umane, e altri ancora. Anche noi, come le donne discepole di Gesù, ci chiediamo l’un l’altro: “Chi ci farà rotolare via queste pietre?” (cfr Mc 16,3).

Così, ha rinnovato l’esperienza del Cristo Risorto (morte e resurrezione di Gesù), puntualizzando che “solo Lui è capace di far rotolare le pietre che chiudono il cammino verso la vita”. Non ha perso quindi l’occasione per rinnovare ancora una volta il suo pensiero di pace, descrivendo la “via della pace in mezzo alla guerra, la via della riconciliazione in mezzo all’odio, la via della fraternità in mezzo all’inimicizia”. Come tradizione cristiana ha parlato quindi del perdono ed ha affermato: “Senza il perdono di Dio quella pietra non si toglie. Senza il perdono dei peccati non si esce dalle chiusure, dai pregiudizi, dai sospetti reciproci, dalle presunzioni che sempre assolvono sé stessi e accusano gli altri”.

Pasqua 2024, il Papa: “La guerra è sempre una sconfitta! La pace non si costruisce mai con le armi”

Il Papa ha posto ancora un forte e pesante accento sulle guerre sparse nel nostro mondo e sulle conseguenze che queste stanno provocando, chiedendo, nonché proponendo soluzioni immediate e stabili affinché cessino le sofferenze dei civili che rimangono traumatizzati, vittime, prigionieri, martoriati e troppe volte senza aiuti. Senza dimenticare le vittime di ogni forma di terrorismo e degli effetti dei cambiamenti climatici.

Francesco non ha lasciato fuori dalle sue preghiere i conflitti tra Israele e Palestina, Russia e Ucraina, ha chiesto che “Cristo Risorto apra una via di pace per le martoriate popolazioni di quelle regioni” ed ha invitato al rispetto dei principi del diritto internazionale, auspicando “uno scambio generale di tutti i prigionieri tra Russia e Ucraina: tutti per tutti!”. Ha fatto appello perché venga garantita la possibilità di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, ha infine esortato ad un “pronto rilascio degli ostaggi rapiti il 7 ottobre scorso e a un immediato cessate-il-fuoco nella Striscia”.

“La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori”

“Non permettiamo che le ostilità in atto continuino ad avere gravi ripercussioni sulla popolazione civile, ormai stremata, e soprattutto sui bambini. Quanta sofferenza vediamo negli occhi dei bambini: hanno dimenticato di sorridere quei bambini in quelle terre di guerra! Con il loro sguardo ci chiedono: perché? Perché tanta morte? Perché tanta distruzione? La guerra è sempre un’assurdità, la guerra è sempre una sconfitta! Non lasciamo che venti di guerra sempre più forti spirino sull’Europa e sul Mediterraneo. Non si ceda alla logica delle armi e del riarmo. La pace non si costruisce mai con le armi, ma tendendo le mani e aprendo i cuori”, sono le parole dirette del Papa.

Per le altre popolazioni distrutte dalle lotte e dalla violenza il Pontefice ha ammonito tutti, affinché non ci si dimentichi: della Siria, da ben 13 anni in guerra, “tanta povertà e distruzione aspettano risposte da parte di tutti, anche dalla Comunità internazionale”; del Libano, che vive una profonda crisi economica e sociale, aggravata ora dalle ostilità alla frontiera con Israele; del popolo haitiano, “affinché cessino quanto prima le violenze che lacerano e insanguinano il Paese”; dei Rohingya, afflitti da una grave crisi umanitaria, che (il Singore, ndr.) “apra la strada della riconciliazione in Myanmar”; delle popolazioni in Sudan e nell’intera regione del Sahel (nel Corno d’Africa), nella Regione del Kivu (nella Repubblica Democratica del Congo) e nella Provincia di Capo Delgado (in Mozambico), colpite da siccità, carestia e fame.

Papa Francesco ha incoraggio i colloqui tra l’Armenia e l’Azerbaigian, anche con il sostegno della Comunità internazionale, perché si possa arrivare al più presto ad un accordo di pace definitivo. Si è espresso sulla Regione dei Balcani Occidentali, “dove – dice – si stanno compiendo passi significativi verso l’integrazione nel progetto europeo: le differenze etniche, culturali e confessionali non siano causa di divisione, ma diventino fonte di ricchezza per tutta l’Europa e per il mondo intero”.

“Il Risorto ha detto infine il Papa – faccia risplendere la sua luce sui migranti e su coloro che stanno attraversando un periodo di difficoltà economica, offrendo loro conforto e speranza nel momento del bisogno. Cristo guidi tutte le persone di buona volontà ad unirsi nella solidarietà, per affrontare insieme le molte sfide che incombono sulle famiglie più povere nella loro ricerca di una vita migliore e della felicità…”.

Andrea Ippolito

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