Il processo per l’omicidio di Giulia Tramontano, la giovane originaria di Sant’Antimo incinta uccisa a Senago lo scorso 27 maggio, è giunto a un punto cruciale con l’odierna udienza in Tribunale a Milano. La presenza dell’imputato, Alessandro Impagnatiello, ha aggiunto un tassello importante a questa complessa vicenda, mentre l’attenzione si concentra sulle dichiarazioni dei medici legali e dei consulenti chiamati a ricostruire i dettagli del delitto.
“Giulia Tramontano avvelenata per lungo tempo e accoltellata alle spalle”
L’impatto emotivo di questo processo è palpabile in aula, con l’imputato che assiste alle testimonianze dalla sua cella della Corte d’Appello. L’aspetto curato di Impagnatiello contrasta con la gravità delle accuse che deve affrontare, rendendo l’atmosfera ancora più carica di tensione.
La richiesta della difesa della famiglia di Giulia Tramontano di celebrare l’udienza a porte chiuse, per la visione delle immagini del cadavere e le testimonianze sull’autopsia, è stata accolta dalla Corte d’Assise di Milano. Questa decisione ha comportato l’allontanamento di giornalisti, pubblico e studenti presenti in aula, creando un clima di riservatezza necessario per affrontare argomenti così delicati e dolorosi.
Nuova udienza per il delitto di Senago. Presente in aula Alessandro Impagnatiello
Le testimonianze dei medici legali hanno gettato luce su dettagli scioccanti del delitto. Le 37 coltellate inflitte a Giulia Tramontano hanno lasciato un’impronta indelebile nella memoria di chiunque segua questo processo. Le immagini del cadavere, proiettate a porte chiuse, hanno offerto un’ulteriore testimonianza del terrore e della violenza subita dalla giovane donna.
La testimonianza del tossicologo Mauro Minoli ha aggiunto un elemento nuovo e inquietante alla vicenda. La presenza di bromadiolone nel corpo di Giulia Tramontano, un veleno per topi, ha sollevato interrogativi su una possibile somministrazione protratta nel tempo. Le analisi condotte hanno rivelato tracce di questo veleno nel capello della vittima, indicando un periodo di esposizione di almeno due mesi prima dell’omicidio.
Il processo riprenderà l’11 aprile con ulteriori testimonianze
Le parole degli esperti hanno dato voce alla crudeltà e alla premeditazione di questo atto atroce. L’assenza di segni di difesa sul corpo di Giulia suggerisce un attacco brutale e improvviso, forse alle spalle, mentre la somministrazione prolungata del veleno evidenzia una pianificazione macabra.
Il processo riprenderà l’11 aprile con ulteriori testimonianze e prove dell’accusa. Le dichiarazioni dei testimoni saranno cruciali per gettare ulteriore luce su questa tragica vicenda e portare giustizia per Giulia Tramontano e il suo bambino non nato, Thiago.
“Nulla ci restituirà Giulia, abbiamo gridato a voce alta”
“Nulla ci restituirà Giulia, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora affinché sia fatta giustizia per lei e Thiago”. Lo scrive sui social Franco Tramontano, il padre di Giulia Tramontano, la 29enne uccisa incinta al settimo mese di gravidanza dal fidanzato Alessandro Impagnatiello il 27 maggio 2023 nella loro casa di Senago.