Il 21 aprile 2024 alcune persone della comunità srilankese si sono radunate a Napoli in ricordo delle povere vittime degli attentati, avvenuti cinque anni fa (2019) nello Stato dello Sri Lanka, che portarono alla morte di 270 persone (anche stranieri), oltreché al ferimento di altre 500.
I manifestanti, che si sono ritrovati nel pomeriggio in Piazza Dante, hanno chiesto giustizia per le vittime. Sui cartelloni abbiamo letto: “Otteniamo giustizia per le nostre lacrime ed il nostro sangue”, “Diteci chi sono i colpevoli delle stragi di sangue”, etc. I presenti hanno inoltre acceso delle candele a terra, di fronte la statua del poeta fiorentino, per commemorare i deceduti nelle stragi.
Il giorno di Pasqua dell’anno 2019, che ricorreva allora il 21 aprile, la Repubblica srilankese si ritrovò travolta da una serie di attentati suicidi multipli che furono lanciati nella città di Colombo. Tra i luoghi colpiti si segnalano due chiese cattoliche ed una evangelica: le prime due, il Santuario di Sant’Antonio a Kochchikade, vicino Kotahena, insieme alla Chiesa di San Sebastiano nella città di Negombo, la terza fu la Chiesa di Sion, a Batticaloa. Gli attentatori si scagliarono anche su tre alberghi di lusso: lo Shangri-La, il Cinnamon Grand Hotel e The Kingsbury, tutti nella località di Colombo. Inoltre si registrarono anche altre esplosioni con morti e feriti in aree vicine.

Dopo 5 anni dai fatti restano da accertare i reali mandanti della strage
A proposito degli attentatori scrive l’Agenzia FIDES: “Secondo gli inquirenti un gruppo radicale locale legato allo Stato islamico, il National Thowheeth Jama’ath, ha pianificato e organizzato l’attacco ma, a cinque anni dai fatti, secondo molti osservatori restano da accertare i reali mandanti della strage e le collusioni con gli ambienti della politica, accusata di voler nascondere informazioni e coprire i responsabili”.
“La Chiesa in Sri Lanka e chiede tuttora ‘verità e giustizia’, dato che esistono piste investigative che vedono in quegli attentati degli atti deliberati per destabilizzare la nazione”, aggiungono ancora dall’Organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie.
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